Santelli (FI) ancora contro Morra (M5S): "Ha rapporti "privilegiati" con alcuni magistrati"

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  05 luglio 2019 23:32

Non accenna a placarsi la 'guerra' al vertice della Commissione parlamentare antimafia: la vicepresidente della Commissione, Jole Santelli, di Forza Italia, con i colleghi di partito, Giorgio Mulè e Roberto Occhiuto hanno reso noto di avere presentato una nuova interpellanza al ministro della Giustizia: i tre esponenti di FI accusano il senatore M5s Nicola Morra - in un'epoca antecedente il suo ruolo di presidente della Commissione antimafia - di aver intercettato, a casa sua, conversazioni avute con alcuni soggetti indagati, poi trasmesse a esponenti delle forze dell'ordine e della magistratura divenuti successivamente consulenti della Commissione antimafia stessa.

Proprio oggi il governo, per voce del sottosegretario di Stato del ministero della Giustizia, Vittorio Ferraresi, ha risposto ad una prima interpellanza presentata dalla deputata Jole Santelli ed illustrata dall'on. Giorgio Mulè in relazione al comportamento della dottoressa Marisa Manzini, all'epoca dei fatti Procuratore aggiunto di Cosenza ed oggi consulente della Commissione Antimafia. "Dalle informazioni fornite dal procuratore generale della Corte di appello di Catanzaro emerge l'assoluta correttezza e regolarità delle procedure seguite dal magistrato Manzini", ha chiarito il sottosegretario Ferraresi il quale ha aggiunto che allo stato "non si ritiene sussistente alcuna condotta a carico della dottoressa Manzini che possa giustificare iniziative di competenza di questo ministro".

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Santelli, Mulè Roberto Occhiuto però continuano ad accusare Manzini per un rapporto "privilegiato" con Morra e nell'interpellanza odierna chiedono "quanti degli esposti e denunce presentati dal Senatore Morra sono stati attribuiti alla dottoressa Manzini e se sia stato in questi casi seguito il criterio di attribuzione tabellare previsto dalla procura della Repubblica; se alla luce dei fatti, il Ministro non intenda approfondire la vicenda riconsiderando la posizione della Dottoressa Manzini ai fini disciplinari, se in caso contrario ciò non significhi che ciascuno possa scegliere il proprio pm e questa possa diventare una prassi nelle procure presso le procure dei tribunali della Repubblica Italiana". 

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