di STEFANIA PAPALEO
Condanne fino a 20 anni di reclusione. E' andata giù pesante il pm Veronica Calcagno al termine della requisitoria portata avanti nell'ambito del processo per direttissima scaturito dall'operazione “Karpanthos” che ha travolto due territori del Catanzarese - Cerva e Petronà - all'alba del 22 settembre 2023, con l'arresto di ben 52 persone (38 in carcere, 6 ai domiciliari e 8 con obbligo di presentazione alla P.G.) su tutto il territorio nazionale.
Scambio elettorale politico-mafioso la più pesante delle accuse intorno alle quali ruota l'udienza in corso davanti al gup Mario Santoemma, chiamato a pronunciarsi sulle richieste di condanna avanzate oggi dal pm. Lo farà all'udienza già fissata per il prossimo 10 marzo, data in cui si ritornerà a parlare di quei due territori definiti cerniera - non solo geograficamente - con la provincia di Crotone, ovvero Cerva e Petronà, nei quali avrebbero operato "consorterie aggressive che soffocano l'economia", stando alle indagini scaturite da un diverso procedimento penale aperto sull'omicidio di Francesco Rosso avvenuto a Simeri Crichi nell'aprile 2015 e nel corso del quale un dichiarante aspirante collaboratore di giustizia (poi dissuaso) tirò in ballo la cosca che avrebbe controllato Petronà e zone limitrofe.
Da lì gli arresti e le ipotesi di reato a vario titolo ipotizzate nei confronti di 52 persone di associazione di tipo ‘ndranghetistico, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti caratterizzate dalla disponibilità di armi, nonché di estorsione, rapina a mano armata, ricettazione, riciclaggio e intestazione fittizia di beni, anche aggravati dalle modalità e finalità mafiose.
A cascata finirono nel mirino anche il sindaco di Cerva Fabrizio Rizzuti e altri due amministratori, ritenuti coinvolti in quel presunto scambio elettorale politico–mafioso dettato dal gruppo criminale di Cerva che avrebbe comandato anche sulla locale amministrazione comunale "in occasione delle elezioni del 2017, mediante il procacciamento di voti per alcuni degli indagati, all’epoca candidati ed eletti in quella tornata, poi riconfermati nelle consultazioni del 2022, in cambio della promessa di denaro e di una percentuale sugli appalti pubblici". Accusa che gli costarono la misura cautelare degli arresti domiciliari, poi annullata in sede di Tribunale della Libertà. Quindi, la chiusura indagini e la scelta da parte di 27 indagati di farsi giudicare con il rito abbreviato direttamente dal gup. Oggi la requisitoria con le richieste del pm.
I NOMI CON LE RICHIESTE DI CONDANNA
GLI AVVOCATI DELLA DIFESA: Giovanni Merante, Salvatore Staiano, Armando Scarpino, Gregorio Viscomi, Sergio Rotundo, Anselmo Mancuso e Luigi Falcone.
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