Scandalo all'Aterp di Catanzaro tra alloggi popolari e mazzette: indagati eccellenti (I NOMI)

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images Scandalo all'Aterp di Catanzaro tra alloggi popolari e mazzette: indagati eccellenti (I NOMI)
Viale Isonzo (Foto di archivio)
  20 dicembre 2024 09:05

di STEFANIA PAPALEO

Alloggi popolari gestiti allegramente. Tangenti versate a funzionari corrotti operanti in una giungla oscura di assegnazioni selvagge che, per anni, avrebbe lasciato per strada gli aventi diritto a beneficio di chi avrebbe trovato comodamente posto nelle abitazioni del popoloso quartiere di Vale Isonzo dove tutto sembra essere consentito.

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Ma da oggi qualcosa è cambiato. Tra le mura di palazzi apparentemente inviolabili, le scrivanie vacillano. E la Procura della Repubblica di Catanzaro getta la rete nella quale finiscono dirigenti e funzionari fino al più alto grado. C'è la firma del gip Mario Santoemma in calce all'ordinanza di custodia cautelare che porta in carcere un indagato eccellente: l'ex dirigente dell'Aterp Vincenzo Celi, e il rom Gianluca Bevilacqua, presunto promotore dell'organizzazione impegnata a individuare gli assegnatari degli alloggi popolari al centro della vicenda giudiziaria. Altri sei indagati finiscono agli arresti domiciliari: il consigliere comunale di Forza Italia Sergio Costanzo, il funzionario Aterp Domenico Albino, i dipendenti Aterp Concetta Raffa e Sandro Gironda Veraldi, il responsabile del Riordino abitativo Aterp Manlio Severino e il rom Domenico Bevilacqua. Indagati anche i vigili urbani Ivan L'Arocca e Giuseppe Grande e la funzionaria  preposta all'attività di istruttoria dell'ufficio regolarizzazione Aterp Raffaella Trapuzzano

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Le accuse a vario titolo contestate agli indagati sono quelle di “associazione finalizzata alla commissione di falsi materiali e ideologici commessi da P.U. in atti pubblici, corruzione, concussione e omissione di atti d’ufficio”, nonché “induzione indebita a dare o promettere utilità”, “tentato peculato”, “tentata truffa aggravata”, “invasione di terreni o edifici”. Toccherà agli avvocati difensori, tra cui figurano Piero Chiodo, Antonio Raffa, Anselmo Mancuso, Valerio Murgano, Francesco Severino e Gregorio Viscomi, tentare di ribaltare la ricostruzione accusatoria che ha fatto finire nel guai i 13 indagati, sulla base delle conclusioni investigative tratte dai poliziotti della Digos e dai carabinieri del Comando provinciale di Catanzaro.

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