Scandalo Umg e Asp di Catanzaro, Costa ribadisce le sue accuse e si difende davanti al gip

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  21 gennaio 2025 13:18

di STEFANIA PAPALEO

Una gestione "allegra" dello stabulario Umg di Roccelletta di Borgia trasformato in una sorta di night club, con uso e abuso di farmaci e stupefacenti per almeno sei anni, ovvero dal 2016 al 2022. Scatole di ketamina sparite, insieme a dosi di morfina regolarmente custodite nei frigoriferi e nei cassetti degli armadietti all'interno del laboratorio. Il tutto grazie all'assenza di registri e controlli da parte degli organi preposti. Ma nessuna delega in tal senso avrebbe mai ricevuto Nicola Costa dall'Umg. Anzi, sarebbe stato proprio lui a puntare il dito contro personaggi eccellenti di Umg e Asp di Catanzaro, dando così l'input all'inchiesta che, all'alba dello scorso 15 gennaio, ha portato all'arresto di 11 persone - tra cui l'ex rettore Giovanbattista de Sarro - e all'interdizione di un dirigente dell'Asp, accusati a vario titolo di aver agevolato quella che viene definita una vera e propria associazione a delinquere nelle carte messe insieme dei sostituti procuratori Giulia Pantano e Saverio Sapia, che hanno chiesto e ottenuto l'ordinanza di misura cautelare dal gip Sara Merlini.

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Ed è stato proprio davanti a quest'ultima che, poche ore fa, Nicola Costa si è difeso a gran voce. Affiancato dagli avvocati difensori Antonio e Domenico Viscomi, il veterinario designato per lo stabulario di Roccelletta non solo ha ribadito le accuse raccontando ancora una volta di essere stato esautorato dal ruolo di responsabile della pulizia e del benessere degli animali dello stabulario solo per aver più volte segnalato al rettore e agli organi preposti alla verifica della sussistenza delle condizioni di benessere degli animali le numerose criticità esistenti nella cura degli animali da laboratorio, ma si è difeso punto per punto dalle accuse che, alla fine, avevano travolto anche lui, con accuse legate proprio al maltrattamento degli animali da laboratorio e ai rapporti poco chiari con i dirigenti Asp indagati.

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Le sue dichiarazioni, infatti, non avevano trovato riscontro nelle indagini portate avanti dalla Guardia di finanza, visto che in quel periodo era in corso un restyling degli stabulari in virtù di una successiva ispezione ministeriale presso quei luoghi, per cui in mano alla Procura erano piuttosto rimasti solo numerosi indizi raccolti proprio contro Costa per essersi reso responsabile delle peggiori vessazioni ai danni degli animali, in almeno un'occasione uccidendo un topo scagliandolo violentemente contro un muro, e per avere omesso di istituire un registro dei farmaci per tenere traccia di tutte le somministrazioni sugli animali e in particolare delle somministrazioni di sostanze stupefacenti.

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Ipotesi di reato rigettate al mittente, questa mattina, da Nicola Costa, durante l'interrogatorio davanti al gip e al termine del quale gli avvocati Antonio e Domenico Viscomi hanno chiesto la revoca della misura cautelare degli arresti domiciliari o in subordine la sostituzione con una misura meno afflittiva.

LEGGI QUI GLI ALTRI INTERROGATORI
LEGGI QUI DETTAGLI E NOMI DI TUTTI GLI INDAGATI

 

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