di STEFANIA PAPALEO
Il gip di Cosenza Pingitore conferma la decisione della collega di Catanzaro: per gli scontri avvenuti al termine del derby di domenica 3 marzo la misura coercitiva dell'obbligo di firma due volte al giorno per tutti i giorni della settimana, festivi compresi, e del divieto di dimora nella città di Cosenza sarà applicata solo a due degli undici ultras accusati dalla Digos di Cosenza dei gravi reati di violenza e resistenza a pubblico ufficiale, devastazione e saccheggio, lesione aggravata, danneggiamento, violenza privata, lancio di materiale pirotecnico, porto d'armi o oggetto atti a offendere in luogo pubblico.
Nello specifico si tratta di Antonio Trapasso (assistito dall’avvocato Alessio Spadafora) e Danilo Barbagallo (assistito dall’avvocato Francesco Iacopino). Nessuna misura è stata chiesta dalla stessa Procura di Cosenza per gli altri ultras indagati: Chris Squillacioti, Tommaso Trapasso, Emanuel Rosario Giampà, Domenico Rotundo (assistiti dall’avvocato Alessio Spadafora), Gianluca Bianco (assistito dall’avvocato Giovanni Merante) e Christian Marco Lombardo(assistito dagli avvocati Antonella Canino e Cesare Russo), Luigi Fortunato (dfeso dagli avvocati Stefano Nimpo e Alessio Spadafora), Mario Smorfa e Antonio Nisticò (difesi dall'avvocato Alessio Spadafora).
Era stato il giudice di Catanzaro, Sarà Mazzotta, dopo aver convalidato l’arresto, a rimettere tutti in libertà per insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza, dichiarandosi poi incompetente per territorio e rimandando gli atti al gip di Cosenza che questa sera ha confermato tali conclusioni.
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