L'associazione "Basta vittime sulla strada statale 106" ha rivolto un appello ai rappresentanti delle Istituzioni calabresi, ai sindaci ed ai consiglieri comunali, ai presidenti e agli assessori di Regione e Province calabresi, ai rappresentanti delle forze politiche e sociali, al mondo dell'associazionismo, ai rappresentati della Chiesa e delle altre religioni affinché sottoscrivano un appello per non fare archiviare l'inchiesta sulla morte di Stanislao Acri, della moglie Daria Olivo e del loro figlio di sei mesi Pier Emilio, di Rossano (Cosenza), deceduti in un incidente stradale avvenuto un anno fa, il 15 luglio 2018, sull'autostrada A1 tra i caselli di Ceprano e Pontecorvo.
"A tutti - è scritto in una nota - chiediamo di inviare una e-mail all'indirizzo noarchiviazione@bastavittime106.it con la propria adesione formale al documento predisposto dal direttivo dell'Associazione, rivolto al procuratore di Cassino e per conoscenza al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ed al vescovo di Cassino mons. Gerardo Antonazzo. L'incidente si è verificato quando un furgone Volkswagen ha tamponato una Fiat Punto, sulla quale viaggiava la giovane famiglia calabrese. Nonostante l'incidente sia stato determinato da un tamponamento ed è di fatto classificabile come un 'sinistro complesso', quindi, tecnicamente da analizzare a fondo con tutte le perizie e gli studi del caso, nei giorni scorsi i legali delle famiglie Olivo e Acri, hanno reso noto che è in essere una richiesta, da parte del pm, di archiviare il caso".
Nel documento l'associazione afferma che "sul caso occorre comprendere a fondo quale sia stata la verità e solo dopo è necessaria una risposta della giustizia. L'archiviazione, invece, punta alla negazione di questo diritto, negato non solo alle famiglie Olivo ed Acri ma all'intera comunità calabrese".
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