Scontro tra toghe. La Procura Generale chiede la "censura" per Lupacchini

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Otello Lupacchini e Nicola Gratteri
  14 maggio 2021 17:18

di EDOARDO CORASANITI

"Stato di confusione e malessere nel distretto di Catanzaro. Assenza di imparzialità e serenità. Ha dimostrato di non aver agito con il dovuto distacco". Con queste parole la Procura Generale ha chiesto alla Sezione disciplinare del Csm la sanzione della "censura" con trasferimento del procuratore in altra sede (come già avvenuto in sede cautelare) per Otello Lupacchini, magistrato di lungo corso e noto per aver combattuto il terrorismo e la criminalità organizzata in passato, e che il 21 dicembre 2019 a Tgcom24 ha denunciato il mancato coordinamento tra Procura generale e quella distrettuale e ha bollato come “evanescenti”  le “operazioni della Procura distrettuale di Catanzaro”. A seguito dell'intervista e in via cautelare, Lupacchini è stato trasferito a Torino. 

Due giorni prima il mondo aveva conosciuto il maxi-blitz anti ‘ndrangheta “Rinascita Scott” che ha portato all’arresto di 334 persone e all’iscrizione di 416 persone (ora diventate 479) nel registro degli indagati.  Lupacchini a quel tempo guidava la Procura generale di Catanzaro e della maxi operazione ne è venuto a conoscenza solo con i giornali.

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Oltre all’intervista a Tgcom24, Lupacchini deve rispondere anche di un post pubblicato su Facebook il 7 dicembre 2019 in cui il magistrato ha condiviso una petizione sul proprio profilo per non far trasferire il procuratore Eugenio Facciolla da Castrovillari dopo un’indagine penale a suo carico. 

Oggi il procuratore Marco Dall'Olio alla sezione presieduta dal professore Fulvio Gigliotti ha messo in luce che "non rileva che siano vere o meno le cose dette o fatte da Lupacchini, non si critica che Lupacchini abbia mosso contestazioni fondate, ma il fatto che quelle critiche siano gratuitamente denigratorie e irridenti. E, per sua stessa ammissione in tv, senza la conoscenza degli atti". 

E sulla petizione rilanciata su Facebook, Dall'Olio ha evidenziato che "Lupacchini ha dimostrato di essere consapevole e di aderire alla petizione: il rilancio sul proprio profilo (con 5mila amici) rappresenta un'adesione alla raccolta firme".  La conclusione della Procura generale è che i fatti "sono di significativa gravità e sono stati oggetto di massiccia campagna mediatica e che hanno prodotto malessere nel distretto di Catanzaro". Ecco perché Dall'Olio ha chiesto la misura della "censura", la quale non ha alcuna implicazione sul piano funzionale ma rappresenta esclusivamente una sanzione (più grave dell'ammonimento ma meno della sospensione e della radiazione) da tenere in considerazione in caso di eventuali procedimenti disciplinari.  L'udienza di oggi è possibile ascoltarla su Radio Radicale, emittente radiofonica essenziale per il dibattito e che trasmette i processi senza filtri. 

ASCOLTA L'INTERA UDIENZA SU RADIO RADICALE

Il 14 giugno si torna in aula e la parola passerà alla difesa, rappresentata dall'avvocato Ivano Iai. Previsto anche un intervento dello stesso Otello Lupacchini che già all'udienza di fine marzo ha detto che "sono state fraintese e non c’erano intenzioni malevole. Inoltre, non esisteva alcun contrasto tra me e il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, fino al 19 dicembre 2019. Almeno fino a quando il procuratore non ha investito il Csm della vicenda”. All'udienza di ieri il magistrato è intevenuto per dire "che il mio agire è stato sempre ispirato al senso di giustizia. E si è voluto atomizzare la vicenda che mi vede coinvolto non consentendo di contestualizzarla e di temporalizzarla". 

Ieri la sezione disciplinare ha sentito anche la testimonianza di Paolo Liguori, direttore di Tgcom24 all'epoca (anche oggi) dell'intervista. Il giornalista ha detto che Lupacchini era stato contattato per la sua conoscenza dei fenomeni criminali in base alla sua esperienza professionale. E che, nonostante il magistrato avrebbe preferito la denominazione di "Giusfilosofo", nel sottopancia del colloquio andato in onda restò sempre "Procuratore generale di Catanzaro". Le domande, ha chiarito Liguori, non furono concordate e solo quando Lupacchini iniziò a parlare in redazione si è capito dei possibili risvolti. 

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