di LUIGI MORELLO
"Quando gli amici Orazio e Vincenzo mi hanno detto che si poteva fare un'immersione per verificare un qualcosa che era apparso sull'ecoscandaglio... la curiosità di sapere cosa fosse era tanta... con il mio Buddy ci siamo detti... "perchè no?!... passiamo una giornata diversa... e facciamo pure una bella immersione...".
Che si potesse trattare di un barcone usato dagli uomini e dalle donne disperate on cerca di un futuro in occidente eravamo quasi sicuri... la profondità non era proibitiva... il meteo volgeva al bello... ok!... andiamo!... poco o nulla da cambiare nella nostra solita configurazione.... sana e fresca aria nel bibombola... una stage decompressiva di Nitrox50 e una di Ossigeno... che non guasta mai... scooter per evitare si essere sorpresi da un correntone... soliti amenicoli vari e un piccolo pallone di sollevamento per eventuali necessità di risalire in superficie qualcosa........ o in quell'ipotesi che si faceva largo nelle nostre menti... "qualcuno".... arrivati sul molo... vestizione veloce quattro chiacchere sulla quasi certezza di trovare una barca in fondo al mare!... di relitti ne abbiamo visti molti... ferro aggrovigliato ormai da tanti tanti anni in fondo al mare... questo no!... sarebbe potuto essere recente... magari ancora avrebbe potuto portare i segni evidenti della sofferenza degli uomini e delle donne (con i loro bambini)... che l'avevano usato per la pericolosissima traversata della disperazione... l'animo era quello di chi avrebbe anche potuto imbattersi in qualche macabro ritrovamento... quindi a dire il vero nn ci siamo immersi a cuor leggero... sul punto corrente zero e sole a picco sul mare olio... decidiamo di pedagnare questa "cosa in fondo al mare" con un ancorotto da recuperare prima della risalita e via!... un gesto di ok... tutto era apposto e giù... scendiamo verso il fondo... l'acqua limpida e calda in superficie si e' fatta subito fresca e torbida... torbida da dare a questa discesa ancora più suspense... la cima va giù giù giù... e poi un ombra molto grande ci attende sul fondo... reti perse di un sacco da paranza avvolgono la murata di dritta... reti alte già piene di concrezioni e vita che le ha colonizzate... la murata di sinistra piu' libera... e dopo aver tentato di capire quanto fosse grossa questa barca andiamo proprio da quel lato... è una grossa paranza... molto grossa... sul ponte poco piu' arretrati dell'ampio pozzetto di poppa si scorgono nel torbido grossi argani... cavi... generose cime... verricelli... ma nulla che possa dare un nome all'imbarcazione... non se ne distingue il colore... saliamo un po'... è avvolta da branchi di mangianza... frecce argentate che la circondano e che vanno avanti e indietro quasi disorientandoci... troviamo poi la cabina in cima a tutto... l'acqua è un po' più limpida.
Franco (Lobello, ndr) dopo un cenno si avventura e ci si infila dentro... dopo di lui mi ci affaccio anche io... un sedile in pelle marrone con tanto di poggia testa e bracciolo segna quanto sia recente la barca... un quadro elettrico a vista... la grande ruota del timone... qualche apparecchiatura elettronica ancora nella sua sede... usciamo e ci giriamo ancora una volta attorno ma le reti e una moltitudine di cavi e cime la avvolgo pericolosamente... l'attimo di stupore nel vederla ci ha un po' disorientati e non riusciamo a studiarla con senso critico... sul ponte si aprono degli accessi alle stive... ma l'acqua troppo torbida ci impedisce il tentativo di accedervi in sicurezza... il tempo passa veloce... dopo una trentina di minuti a girare e rigirare... è già ora di risalire... recuperiamo come da accordi l'ancorotto... vi avvolgiamo una decina di metri ci cima e poi iniziamo la risalita... lo scambio di sguardi con Franco è più eloquente di una lunga chiacchierata... chi sa? Sarà affondata dopo uno sbarco?... sicuramente si!
Si dice ce ne siano diverse lungo le coste ioniche, questa è rimasta in perfetto assetto di navigazione, si è adagiata sul fondo fangoso poggiando la dritta su un gradone di sabbia. Stupore... meraviglia... profondo rispetto per la tragedia che quel barcone rappresenta... le immagini girate non sono stupende... l'acqua torbida e la foga di vedere e guardare quanto più possibile non mi hanno fatto concentrare sulla telecamera... quel che è certo... se possibile ci torneremo... magari con condizioni più favorevoli faremo di meglio.... le poche immagini decenti (o quasi) sono raccolte in questo brevissimo video che mi sono permesso di incastonare in qualche immagine di repertorio relativa agli sbarchi che cadenzano il tempo di questo nostro mare ionio".
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