di SANDRO SCOPPA*
"L'articolo 95 (Unificazione IMU-TASI) del Disegno di Legge di Bilancio 2020, depositato in Senato il 3 novembre 2019, contiene le regole che faranno da fondamenta alla nuova IMU. In particolare, viene riformato l’assetto dell’imposizione immobiliare locale, unificando le due vigenti forme di prelievo (l’Imposta comunale sugli immobili, IMU e il Tributo per i servizi indivisibili, TASI) e facendo confluire la relativa normativa in un unico testo. L’aliquota di base è fissata allo 0,86 per cento e può essere manovrata dai comuni a determinate condizioni. Ulteriori aliquote sono definite nell’ambito di una griglia individuata con decreto del MEF. L’effetto principale delle norme in esame è dunque quello di attivare un unico prelievo patrimoniale immobiliare che ricalca, in gran parte, la disciplina IMU, e di eliminare la TASI.
Tutto ciò avrà pesanti conseguenze per i proprietari, sui quali graverà il totale delle imposte, in conseguenza, da un lato, dell’unificazione della TASI nella nuova tassa unica sulla casa; dall’altro, dell’abolizione della TASI Inquilini. Infatti, una delle differenze rispetto all’IMU è che la TASI sulle case in affitto è pagata da ambedue le parti, fermo restando le esenzioni generali - tra cui quella prevista per l’abitazione principale - che si applicano anche agli inquilini. La TASI inquilini è pari ad una quota che va dal 10% al 30% dell’importo complessivo; la restante quota è a carico dei proprietari (dal 70% al 90%).
Questo almeno sino ad oggi. L’unificazione di IMU e TASI, oltre a introdurre una nuova pesante patrimoniale sulla casa, eliminerà la solidarietà tra inquilini e proprietari nell’adempimento dell’obbligo di pagamento di una quota dell’imposta sui servizi indivisibili (TASI), scaricando l’intero peso della patrimoniale unicamente sui proprietari delle case. Il che non farà altro che peggiorare la già complicata (ed odiata) patrimoniale sulla casa, senza ridurre in alcun modo il carico fiscale che grava sugli immobili.
Confedilizia si augura che anche sul punto si dia spazio a profonde modifiche, e il Governo e il Parlamento prendano atto che la tassazione sugli immobili rappresenta un onere non più sostenibile e, soprattutto, una tassazione puramente patrimoniale, che non tiene neppure nel minimo conto la qualità e la quantità dei servizi offerti ai cittadini. Come più volte indicato, è necessario riformare radicalmente il sistema, sostituendo Imu-Tasi e Tari con un tributo ridotto, effettivamente legato ai servizi e deducibile dal reddito di persone fisiche e imprese.
* presidente Confedilizia Calabria
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