Scuole chiuse. Il Tar boccia l'ordinanza di Spirlì e il Codacons annuncia un esposto alla Corte dei conti

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Foto d'archivio
  21 aprile 2021 12:30

Il Tar ha accolto nel merito, il ricorso presentato da Bianca Laura Granato  e dal Codacons, associazione a tutela dei consumatori e degli utenti,  presentato contro l'ordinanza  del Presidente facente funzioni della Regione emessa il  5 marzo 2021,  in riferimento alle "Ulteriori misure per la prevenzione e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-2019" e attraverso la quale è stata disposta la sospensione, in presenza delle attività scolastiche e didattiche delle scuole statali e paritarie di ogni ordine e grado. E ha condannato la regione al pagamento delle spese. 

Con un ricorso articolato, e ricordando che il Tar  ha già annullato analoghe ordinanze, delineando i limiti entro i quali è possibile disporre la sospensione della didattica in presenza, i ricorrenti hanno contestato la violazione dell’art. 34 Cost., che garantisce il diritto all’istruzione. In sintesi, per i ricorrenti, il provvedimento impugnato, adottato dalla Regione,  "mancherebbe - si legge nel ricorso -  di proporzionalità in relazione sia alla concreta situazione epidemiologica della Regione Calabria, sia al fatto che nessuna altra attività è stata oggetto di misure restrittive; e detterebbe una disciplina del tutto difforme da quella stabilita a livello statale, elaborata sulla base di approfonditi esami condotti dal Comitato Tecnico Scientifico all’uopo istituito, che dimostra un evidente favore per la didattica in presenza. La decisione della Regione Calabria, poi, non terrebbe conto delle difficoltà che nel sud del Paese ci sono per l’accesso alla rete Internet e trascurerebbe completamente le esigenze degli alunni con bisogni educativi speciali".

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Senza dimenticare che "al tempo dell’emanazione del provvedimento  la regione Calabria risultava collocata in “zona gialla”, con la conseguenza che le attività scolastiche dovevano essere svolte – secondo la disciplina nazionale – in presenza, mentre risultavano aperti – non è fuor d’opera ricordarlo - gli esercizi commerciali (tra cui bar, ristoranti) e le attività produttive".

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"Faremo ora esposto alla Corte dei conti- spiega Francesco Di Lieto (Codacons) per sapere quanto è costato il tutto".

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