L’approvazione unanime in Senato del disegno di legge sul femminicidio segna una svolta storica e rappresenta la conquista di una società democratica e matura che prendendo atto della gravità della condotta di chi uccide una donna, ha qualificato come tale il delitto commesso “…come atto di odio o di discriminazione o di prevaricazione o come atto di controllo o possesso o dominio in quanto donna, o in relazione al rifiuto della donna di instaurare o mantenere un rapporto affettivo o come atto di limitazione delle sue libertà individuali..” .
In qualità di coordinatrice della Conferenza nazionale della Commissioni pari opportunità di Regioni e Province autonome, saluto con favore ed esprimo soddisfazione per questo primo step - in attesa del passaggio alla Camera per l’approvazione definitiva – che introduce una fattispecie specifica di omicidio, aggiungendo il nuovo articolo 577 bis al Codice penale.
Tale intervento normativo va nella direzione della tutela dei diritti delle donne, contribuendo a creare una società più giusta e consapevole del problema della violenza di genere. Suggella, inoltre, l’impegno dello Stato a contrastare un fenomeno dilagante ed estremamente complesso per le sue molteplici implicazioni economiche, culturali, antropologiche, criminologiche e sociali.
Questa notizia costituisce uno sprone per l’organismo che ho l’onore di coordinare, al fine di lavorare sempre più alacremente nell’ottica della costruzione di una società giusta in cui l’esercizio dei diritti non sia ostacolato dalle differenze di genere.
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