di PAOLO CRISTOFARO
Era il mese di luglio scorso, faceva caldo. Quest'estate lo è stata più delle precedenti probabilmente. Mare, sole, feste, relax, uffici che si svuotano, emigrati che rientrano, turisti che arrivano. E proprio a metà estate, nel pieno svolgersi di questa prassi (del tutto legittima, intendiamoci!), un documento parte della Regione Calabria e giunge presso gli uffici del Comune di Squillace: decreto n°8820 del 22 luglio 2019. E' un documento del Dipartimento Urbanistica e Beni Culturali. Oggetto: "revoca del finanziamento per il progetto di conservazione e valorizzazione del complesso edilizio episcopale di Squillace (episcopio e seminario)". Il documento decretava di "intimare al Comune di Squillace, la restituzione, entro 30 giorni dalla notifica del provvedimento, della somma pari a 753.174,12 euro, in soluzione unica".
Torniamo indietro di qualche giorno. Il 16 luglio 2019, sulla nostra testata, pubblicavamo un articolo dal titolo "Squillace, Parco Fluviale e debiti fuori bilancio. Chi paga e quanto è ancora sommerso?" (LEGGI) . Nell'articolo ponevamo alcuni quesiti sui debiti ancora sommersi del Comune di Squillace, muovendoci nel campo delle ipotesi e basandoci sui dati pubblicati, pochi mesi addietro, dal commissario prefettizio Giuseppe Belpanno, subentrato dopo la caduta della giunta, nel settembre 2018. Belpanno aveva ritenuto opportuno eseguire una ricognizione sui residui passivi dell'Ente, dalla quale - non potevamo non consultarla attentamente - emergevano ingenti cifre da saldare, tra le quali 673 mila euro per il mai realizzato Parco Fluviale, 139 mila euro per i lavori alla Casa delle Culture e 213 mila euro per i lavori al seminario. Ci domandavamo se l'indicazione delle cifre fosse affidabile e chi avrebbe pagato.
Per quanto i dati in nostro possesso fossero già allarmanti, a metà settembre circa (giorno 11) ci erano giunte all'orecchio strane notizie, confermate poi dal primo cittadino. I soldi spesi per il seminario non sono 213 mila euro e neppure 400 mila (come ha sostenuto Muccari su un documento da lui pubblicato). La cifra complessiva - inclusi i soldi del progetto regionale revocato, oltre a spese accessorie - ammonterebbe a circa 1 milione di euro. Lo stesso 11 settembre (LEGGI) avevamo segnalato un sopralluogo, previsto in giornata, presso il seminario di Squillace da parte dell'architetto Domenicantonio Schiava, della Regione Calabria, proprio per la delicata questione della rendicontazione, insieme al sindaco e ad altri tecnici. E già il giorno seguente ci domandavamo (LEGGI) i motivi di quella visita, ipotizzando possibili costi superiori al dovuto, lavori diversamente svolti o documenti mancanti proprio per il completamento della rendicontazione legata al finanziamento regionale di 753 mila euro (ne mancavano altri, ora non più erogati dalla Regione, per raggiungere il valore complessivo previsto dal progetto, di 941 mila euro circa).
I nostri sospetti, come quelli di molti cittadini squillacesi, purtroppo sono stati confermati dal documento prodotto dalla Regione stessa. E leggendoli capiamo che quanto successo nella realizzazione dei lavori rimane ancora un mistero. Perché? Perché con nota del 28/05/2018 la Regione chiedeva già al Comune i documenti per completare la rendicontazione e il 31/05/2018 il Comune trasmetteva all'Ente solo "una esigua parte della documentazione [...] precisando che la rimanente sarebbe stata inviata, ad integrazione, non appena fosse stata nella disponibilità dell'Ufficio Tecnico". Il 4/02/2019, poi, il RUP di Squillace comunicava alla Regione "l'impossibilità a reperire la documentazione rimanente". Il 4/06/2019 la Regione ha avviato la procedura di revoca, che ha portato, il 22 luglio scorso, al decreto che intima al Comune di Squillace la restituzione di 753 mila euro già liquidati.
I motivi sono gravissimi: "mancata presentazione della documentazione amministrativa rilevante", "mancanza del titolo di disponibilità da parte del Comune del bene immobile in oggetto (l'Arcidiocesi non può intendersi soggetto pubblico)", "l'illecita mutazione dell'intervento realizzato rispetto al progetto". In poche parole il Comune ha impiegato soldi pubblici derivati da un finanziamento regionale e vincolati da precise indicazioni, per eseguire lavori non attinenti al progetto previsto, su un bene non comunale (ma della Chiesa) e senza conservare neppure la documentazione necessaria per poter ricostruire le dinamiche operative e i dettagli delle spese effettuate.
Sulla visita dell'architetto Schiava al seminario in questione, Muccari aveva scritto sul suo Facebook: "I presenti sono rimasti estasiati dalle bellezze ivi presenti. Lavoriamo per portare a termine quanto già voluto e programmato dal mio predecessore, On. Guido Rhodio, al fine di esaltare e promuovere la storia della nostra città". Sembrerebbe, invece, più che altro un tentativo da parte del primo cittadino (forse preoccupato di potersi trovare costretto a dichiarare un nuovo dissesto) di salvare il salvabile, cercando di rendicontare quanto più possibile alla Regione e cercando quanto di "pubblico" possa esistere in un edificio, nei fatti, privato... salvo vocazioni improvvise degli squillacesi, desiderosi di prendere i voti o di sperimentare la vita di clausura.
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