
“Una sentenza che rappresenta la fine di un incubo iniziato la mattina di giorno 9 gennaio 2018 allorché io e la mia famiglia venivamo svegliati dal suono delle sirene e dall’accesso dei carabinieri che eseguivano la misura della custodia cautelare in carcere nei miei confronti. Il giorno dopo mi dimettevo dalla carica di primo cittadino di Strongoli". Lo scrive Michele Laurenzano all'indomani della sentenza in Cassazione del processo scaturito dall'inchiesta Stige.
"Era l’inizio della fine della mia carriera politica nonché l’avvio della fase commissariale per il mio amato Comune e di quell’incubo con cui ho convissuto in questi anni. La sentenza della quinta sezione della Suprema corte, prima di tutto, restituisce la serenità smarrita alla mia famiglia. I miei figli, mia moglie hanno rappresentato il mio primo pensiero ed hanno rappresentato stato sostegno più grande in questi anni di sofferenza umana e professionale, nel corso dei quali non ho mai smesso di credere nella Giustizia. Grazie al collegio giudicante di secondo grado ed ai giudici di legittimità per avere scrutinato le carte con attenzione e scrupolosità. Grazie di cuore al collegio difensivo, costituito dagli avvocati Vincenzi Ioppoli, Pino Pitaro, Vittorio Ranieri e Giovanni Canino, che ha portato avanti una difesa caparbia, instancabile e accurata, indice di indiscussa professionalità, ponendo fiducia in me come uomo e non tralasciando nulla pur di arrivare alla verità. Oggi è il giorno della Verità, che certifica la mia Innocenza”.
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