Ci sono amministratori pubblici e dipendenti dell'ex Comune di Rossano, dipendenti dell'Azienda sanitaria provinciale di Cosenza, volontari e liberi professionisti tra i nove indagati, a vario titolo, per il sequestro preventivo del canile comunale di Corigliano Rossano. I reati contestati sono abuso d'ufficio, falsità ideologica, falsità materiale, maltrattamento di animali e, in un caso, concussione.
Durante l'indagine, durata mesi, al fine di verificare la salute dei cani e l'idoneità della struttura, la Procura di Castrovillari ha nominato un consulente tecnico d'ufficio che ha accertato un palese maltrattamento degli animali e l'idoneità parziale della struttura. Gli ambulatori sono risultati non essere a norma. L'attività degli investigatori ha avuto i primi riscontri dopo la sorveglianza della struttura mediante telecamere, attraverso le quali si è accertato che due persone si occupavano del canile due ore al giorno di mattina e senza assicurare alcuna cura il sabato e la domenica. Inoltre si è appurato che i rifiuti pericolosi venivano raccolti inconsapevolmente dalla ditta che si occupa della raccolta dei solidi urbani per conto del Comune.
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