di FRANCESCO IULIANO
Nonostante i numeri non proprio confortanti del settore immobiliare calabrese, comunque emergono segnali di una timida ripresa, soprattutto nelle aree turistiche.
Sullo stato attuale del mercato immobiliare e delle prospettive future, ne ha parlato il presidente di Confedilizia Calabria, Sandro Scoppa, che ha voluto condividere il suo punto di vista sulle sfide da affrontare e le opportunità da cogliere.
«Il settore immobiliare in Calabria - ha spiegato - vive una fase di grande complessità, influenzata da fattori economici, normativi e sociali. Da un lato, la crisi economica degli ultimi anni ha indebolito la domanda, soprattutto per quanto riguarda le abitazioni residenziali; dall’altro, le politiche governative, sia a livello nazionale che locale, spesso non tengono conto delle specificità territoriali della nostra regione. Tuttavia, vedo anche segnali di ripresa, specialmente nelle aree costiere e turistiche, dove l’interesse per le seconde case è ancora vivo.
I dati del Rapporto Immobiliare residenziale 2023 evidenziano alcune tendenze rilevanti per i capoluoghi calabresi. Qual è la situazione di Catanzaro e degli altri capoluoghi della regione?
«Nel 2023, il mercato immobiliare residenziale in Calabria ha subìto un lieve calo dello 0,6 per cento, con un totale di 16.374 transazioni. La provincia di Catanzaro ha registrato 3.077 transazioni, con una flessione del 6,4 per cento. Il capoluogo, in particolare, ha visto un calo significativo delle compravendite del 17,4 per cento, con 739 transazioni totali. Se guardiamo agli altri capoluoghi, Cosenza ha registrato un calo dell’11,3 per cento, totalizzando 714 transazioni, mentre Reggio Calabria ha visto una contrazione del 5,3 per cento, con 1.120 transazioni. Tuttavia, la città di Crotone è stata l'unica a registrare un segno positivo, con un aumento del 3,9 per cento nelle compravendite, per un totale di 486?. Questi dati riflettono dinamiche diverse tra le città, dove fattori come incentivi per la riqualificazione e interesse per le seconde case giocano un ruolo cruciale nel determinare l'andamento del mercato.
Per quanto riguarda le quotazioni, Catanzaro ha visto un lieve calo dell’1,2 per cento, con un valore medio di 983 euro a metro quadrato, mentre Cosenza ha registrato un aumento del 2,3 per cento, con 980 euro a metro quadrato. Anche Crotone ha avuto un piccolo incremento dell’1 per cento, raggiungendo i 938 euro a metro quadrato??. Questi dati dimostrano come le dinamiche immobiliari in Calabria siano influenzate non solo dalla domanda interna, ma anche da fattori legati al turismo e agli incentivi per la riqualificazione energetica.
Una situazione complessa, nonostante la Calabria sia una regione ricca di risorse e abbia potenzialità di sviluppo sociale ed economico. Quali sono le opportunità che il settore immobiliare calabrese può cogliere?
«Il territorio calabrese ha un enorme potenziale, soprattutto in ambito turistico. Le nostre coste, le montagne e i piccoli borghi offrono scenari che possono attrarre investitori, sia nazionali che internazionali. Purtroppo, manca una strategia di valorizzazione del patrimonio immobiliare. Un approccio mirato, che punti a riqualificare e promuovere le nostre risorse, potrebbe rilanciare l’economia regionale. Penso, ad esempio, ai borghi storici: con interventi di restauro e incentivi mirati, potrebbero diventare un polo di attrazione per il turismo sostenibile e per chi cerca una seconda casa in un contesto unico. È fondamentale, comunque, che ci sia una visione di lungo periodo, e non semplicemente interventi spot, che spesso risultano inefficaci».
Parlando della recente proposta di polizze assicurative obbligatorie contro i rischi naturali, che sta suscitando critiche e discussioni, qual è la sua opinione in merito?
«L’obbligo di polizze assicurative contro i rischi naturali, annunciato dal ministro Musumeci, solleva questioni importanti. Da un lato, è innegabile che la Calabria sia una regione esposta a rischi sismici e idrogeologici, ma l’introduzione di un obbligo di questo tipo potrebbe gravare ulteriormente sui proprietari. Ritengo, piuttosto, che serva una politica di prevenzione, con investimenti nella messa in sicurezza del territorio. Inoltre, le polizze dovrebbero essere incentivate e non imposte, altrimenti si rischia di far fuggire gli investitori e scoraggiare ulteriormente chi già possiede immobili in aree a rischio. A ciò va aggiunto che è specifico dovere dello Stato assicurare contro le calamità naturali il territorio ed i cittadini che, a tale scopo, contribuiscono con il versamento delle tasse. Se non lo fa, certifica il suo fallimento nell’espletamento di un compito fondamentale».
Come vede il futuro del mercato immobiliare calabrese in un contesto di liberalizzazione, come avvenuto recentemente in Argentina?
«L’esempio argentino con il presidente Milei, dimostra che una maggiore liberalizzazione del mercato immobiliare può portare a risultati sorprendenti. La rimozione di barriere burocratiche e fiscali è un passo nella giusta direzione. Purtroppo, in Italia ed in Calabria, siamo ancora lontani da un approccio simile. La nostra speranza è che si possa imboccare quella strada, magari partendo proprio dalla riduzione di alcune delle restrizioni più gravose per i proprietari, come ad esempio l’Imu sugli immobili concessi in locazione con canone concordato o la liberalizzazione degli affitti commerciali. Solo così potremo restituire vitalità a un settore che è cruciale per l’economia regionale».
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