La Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza di assoluzione per l’ex sindaco di Rende Sandro Principe coinvolto nell’inchiesta su mafia e politica denominata “Sistema Rende” e per altri politici. Gli Ermellini hanno deciso che si dovrà rifare il processo anche per l’ex sindaco di Rende Umberto Bernaudo e gli ex assessori comunali Pietro Ruffolo e Giuseppe Gagliardi. I quattro erano stati assolti sia nel primo che nel secondo grado di giudizio dai reati di concorso esterno in associazione mafiosa, voto di scambio e, per quanto riguarda Gagliardi, è contestato pure il reato di corruzione. La Suprema Corte ha, quindi, accolto il ricorso presentato dalla Procura generale di Catanzaro. Quest’ultima aveva ritenuto carenti le motivazioni dei giudici sulle assoluzioni. Adesso la parola spetta a una nuova Corte d’Appello del Tribunale di Catanzaro. Principe e gli altri politici finirono nell’inchiesta “Sistema Rende” condotta dalla Dda di Catanzaro e affidata all’allora sostituto procuratore della Dda Pierpaolo Bruni (oggi procuratore capo della Procura di Santa Maria Capua Vetere).
Secondo le indagini, i politici e amministratori rendesi avrebbero stipulato un patto politico-mafioso grazie al quale avrebbero ottenuto sostegno elettorale in cambio di favori come le assunzioni in alcune cooperative del Comune. Sotto la lente degli inquirenti finirono diverse competizioni elettorali. Nell’inchiesta finirono anche alcuni esponenti delle cosche del Cosentino che furono condannati in primo grado, ma poi assolti in secondo grado. Infatti, lo scorso 21 novembre la Corte di Appello di Catanzaro aveva ribaltato totalmente la sentenza di primo grado riformando la sentenza di primo grado del processo “Sistema Rende”. Erano stati assolti perché il fatto non sussiste i boss Adolfo D'Ambrosio e Michele Di Puppo (che in primo grado erano stati condannati rispettivamente a quattro anni e 8 mesi di reclusione), l'ex consigliere regionale Rosario Mirabelli e Marco Paolo Lento (condannati in primo grado entrambi a 2 anni di carcere). Erano state confermate poi le assoluzioni del boss di Cosenza Francesco Patitucci e di Umberto Di Puppo, condannato in passato per aver favorito la latitanza del boss defunto Ettore Lanzino. L’ex sottosegretario Principe fu arrestato nel marzo del 2016 quando l’inchiesta della Dda creò un vero e proprio terremoto nella politica rendese. Secondo le indagini, si era radicato un vero e proprio “sistema” corruttivo attraverso accordi tra esponenti dei clan cosentini e i politici che amministravano Rende. L’intreccio politico-mafioso, sempre secondo l’accusa, si sarebbe perpetrato dal 1999 fino al 2011 vedendo al centro i politici coinvolti che in cambio di favori avrebbero ottenuto voti tanto da essere eletti in diverse tornate elettorali.
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