Sortilegio a Catanzaro: lo 'stregone' Bollani incanta il Politeama e fa sold out con il suo piano solo

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images Sortilegio a Catanzaro: lo 'stregone' Bollani incanta il Politeama e fa sold out con il suo piano solo
Foto credits: Antonio Raffaele
  30 marzo 2025 10:49

di MARCO VALLONE

Un mago. Uno stregone. Sono veri e propri giochi di magia quelli che Stefano Bollani ha regalato ieri sera al pubblico del Teatro Politeama di Catanzaro con il suo concerto in piano solo, andato sold out per l'unica tappa in Calabria del suo tour col pianoforte. Lo spettacolo rientra nell'ottava edizione della rassegna “Musica & Cinema” capitanata dalla sovrintendente Antonietta Santacroce e dal direttore generale del Teatro Politeama, Settimio Pisano.

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Il pianista nato a Milano ma dal forte accento toscano, di Firenze dove è cresciuto, ha catturato il pubblico del teatro catanzarese con la sua maestria unica, seducendo gli spettatori con talento, improvvisazione e imprevedibilità. Mondi diversissimi sono quelli toccati dalle sue note: si è spaziato dalla musica classica, con i suoi 18 Preludi per pianoforte, passando per il jazz, i ritmi sudamericani, messicani o argentini, non dimenticando le miscele, i miscugli, e quel senso di tango jazzato che solo la creatività di un genio musicale puro può tirar fuori con la naturalezza di un incantatore senza bacchette magiche.

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Non bisogna difatti scomodare Hogwarts ed Harry Potter, ma Stefano Bollani dipinge incantesimi attraverso il suo singolo strumento con i tasti bianchi e neri. Interagisce con il pubblico, si diverte, in alcuni passaggi gli spettatori battono le mani a tempo, il musicista li sprona a fare di più, viene accontentato, poi come un maestro d'orchestra fa il gesto di chiudere con il battito di mani. Il pubblico lo segue, ma non in modo super preciso. Bollani, scherzoso, fa un segno eloquente agli spettatori, come a dire: “Così così”. Risate. Il pianista che intrattiene. Showman e intrattenitore, oltre che musicista incredibile.

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Non annoia mai. A tratti giocoso, altre volte più sentimentale. Stefano Bollani esaudisce le richieste delle persone in sala quando improvvisa il motivetto di Supermario o la sigla di Sandokan, volute a gran voce dagli spettatori. Ma non si dimentica del grande cinema: omaggio a Morricone con la musica tratta da “Nuovo Cinema Paradiso” e passaggio su Nino Rota, con la colonna sonora di “Otto e mezzo” di Federico Fellini. Bollani, a un certo punto, trova anche il modo di fare il percussionista oltre che il pianista, quando nel bel mezzo dell'esibizione si affaccia sul pianoforte e si mette a percuotere a tempo non si sa bene cosa. Andava comunque a ritmo, e ci stava mostruosamente bene. Momento magistrale difficile da descrivere, ma, si sa, i maghi fanno le magie. E non è detto che i trucchi possano sempre spiegarsi. Segreti del mestiere.

Nel turbinio di emozioni che hanno caratterizzato il suo one man show, il musicista milanese ma fiorentino d'adozione ha citato anche una delle sue influenze preferite: il celebre Joseph Maurice Ravel, celebre per il suo Bolero. Ma, al di là dei tributi, c'è stato anche spazio per l'inedito. Non solo i suoi personalissimi Preludi, cui ha dedicato tutta la prima gran parte di serata e con cui ha dimostrato di poter tranquillamente stare al passo dei vari Chopin o Debussy del passato, ma anche “Il barbone di Siviglia”, tratto dal suo album “L'orchestra del Titanic”, datato 1999.

L'interpretazione però resta d'impianto extragalattico anche quando si passa per le richieste della platea, e Bollani cita “Isn't she lovely” di Stevie Wonder o ancora la sigla di “Beautiful”, facendo esplodere dalle risate gli spettatori. Poliedrico e irriverente, talentuoso, romantico, dolce e cupo al tempo stesso. Ma anche allegro. Gli aggettivi si sprecano e non bastano. Gli applausi del pubblico parlano chiaro. Politeama gremito dalla platea alle barcacce, passando per i palchetti fino ad arrivare ai loggioni. Non un posto vuoto. Tutti ipnotizzati dalla meraviglia del pianista brizzolato e riccioluto, compositore di livello altissimo. E non solo. Perché Stefano Bollani, i bene informati lo sanno già, è da qualche giorno uscito anche con un libro. Un romanzo. “Il tempo della stravaganza”. Un titolo che è tutto un programma per uno che stravagante lo sembrerebbe moltissimo. E per fortuna.

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