"Sotto la Curva del Cielo", l’Istituto “De Nobili” di Catanzaro ricorda le vittime della Fiumarella  

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images "Sotto la Curva del Cielo", l’Istituto “De Nobili” di Catanzaro ricorda le vittime della Fiumarella

 

  13 giugno 2022 10:21

La scorsa settimana  gli alunni della V AS dell’Istituto “De Nobili” di Catanzaro , rappresentato dal Dirigente Angelo Gagliardi, hanno preso parte ad un’iniziativa di grande spessore sociale e culturale nel ricordo dei settantuno morti del disastro della Fiumarella. La vicenda, avvenuta alle porte di Catanzaro il 23 dicembre 1961, provocò la morte di 71 persone, quasi tutti giovani che si recavano a scuola, otto dei quali frequentanti l’Istituto , ma anche lavoratori e pendolari occasionali. Poco prima delle 8, in prossimità dell’omonimo ponte, un rimorchio, staccandosi dalla motrice a cui era collegato da un gancio che si spezzò, precipitò da quasi trenta metri di altezza. La visione fu terrificante: la carrozza, capovolta e obliquamente in trasversale, si adagiò tra il greto e il rostro del terzo pilone; la coda del mezzo divenuta la testa affondò nella terra, disintegrandosi per alcuni metri ed intrappolando senza via di scampo una buona parte degli ospitanti. Altri, cadendo, rimasero pigiati verso il basso l’uno sull’altro, ed a causa della mancanza di aria per poter respirare, morirono soffocati.

L’iniziativa, inclusa nell’ampio progetto di educazione civica promossa dal Dirigente Gagliardi insieme ai docenti Elisa Brognieri, Domenico Ripolo e Giovanni Petronio ( quest’ultimo esperto conoscitore della tematica), è iniziata in classe con l’intervento di un ospite d’onore, il signor Eugenio Adamo, supersite e soccorritore, il quale, con forte trasporto, ha raccontato agli studenti commossi la sua esperienza e l’impotenza di non aver potuto fare abbastanza per salvare il maggior numero di persone possibili.

“Dentro la galleria che precede il viadotto- ha detto Adamo- improvvisamente, il treno ebbe una serie di scatti, una sorta di accelerata che non riuscivamo a capire. Ad un certo punto si ebbe la sensazione come uno strappo che, sospinse la motrice. Corremmo lungo il costone quasi ruzzolando, facemmo adagiare qualcuno sull’erba, ponendo delle pietre come cuscino. Cercammo di entrare dentro il vagone, vidi gambe, braccia e corpi pressati; ci furono polemiche sui soccorsi e su chi non scese. Un atteggiamento che forse pesò sulla coscienza di molti!”. Nelle ore successive la classe ha raggiunto direttamente il luogo del disastro, sotto il viadotto, sotto la curva del cielo, dove, grazie alla testimonianza del sig. Adamo e alle recenti ricerche del prof. Petronio,  hanno ricostruito i fatti  con la toccante lettura dei nominativi dei caduti. Ha, infine, concluso il prof. Petronio rilevando l’importanza che la Regione istituzionalizzi la data mediante legge ad hoc, e che la provincia di Catanzaro tuteli e faccia adeguata manutenzione dell’area, istituendo un parco della memoria per le vittime di quello che è il più grave deragliamento ferroviario della storia d’Italia!

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