di PAOLO CRISTOFARO
A Squillace si tornerà alle urne nel 2024. Il sindaco, Pasquale Muccari, sta concludendo il suo secondo mandato consecutivo, dopo una breve parentesi commissariale nel 2018. Nel frattempo, mentre le compagini politiche cercano di costruire le nuove liste per il 2024, si avverte un certo vuoto politico, l'assenza di un confronto frequente sui temi e sulle criticità dell'Ente. Questo vuoto è segnato, anche e soprattutto, dall'assenza dei gruppi di minoranza in consiglio comunale. Gli oppositori di Muccari si sono "ritirati sull'Aventino", in segno di protesta, dopo l'inchiesta per corruzione e concussione che ha investito l'Ente e che nel 2022 si è conclusa con una sentenza di non luogo a procedere, emessa principalmente per via dell'inutilizzabilità delle intercettazioni telefoniche per le quali mancavano opportune autorizzazioni.
L'opposizione in consiglio, attualmente, è composta da Anna Maria Mungo (già candidata sindaco, che ci riproverà nel 2024), da Enzo Zofrea (consigliere di "TuttInsieme per Squillace", anche lui probabile candidato sindaco per la prossima tornata), da Oldani Mesoraca (già candidato sindaco nel 2019, che non si ripresenterà) e da Giuseppe Facciolo (entrato col gruppo della Mungo, subentrato al posto di Luca Occhionorelli e passato poi - non formalmente ma sicuramente "spiritualmente" - tra le fila della maggioranza). Da quei momenti concitati che hanno seguito l'inchiesta sul Comune, la minoranza ha deciso di disertare volutamente (per protesta) le adunanze del consiglio comunale, poiché il sindaco, Pasquale Muccari, a loro dire, non ha convocato un apposito consiglio per relazionare sulla vicenda giudiziaria, facendo luce sui passaggi politicamente rilevanti delle vicende emerse dalle carte della Procura. Vicende che se dal punto di vista processuale non hanno avuto seguito, hanno senz'altro strascichi dal punto di vista politico.
Il confronto democratico, dunque, è attualmente "sospeso". Sì, la minoranza pubblica alcuni post sui social, contesta qualche azione del sindaco, ma non si presenta in aula. Non è difficile capire e affermare che alla maggioranza ciò possa, per certi versi, giovare. Nelle adunanze, infatti, venendo a mancare l'opposizione, il dibattito è pressoché assente, come anche il confronto sui temi e sulle pratiche che l'amministrazione attualmente approva - ovviamente e inevitabilmente - senza contraddittorio in aula. Un contraddittorio che, non c'è dubbio, era utile anche alla stampa per spiegare ai cittadini i temi e le pratiche portate in consiglio, soprattutto quelle con risvolti finanziari significativi. L'albo pretorio è uno strumento alternativo primario, in questo caso, per seguire l'andamento e le scelte del Comune, ma capita che non tutti gli atti siano disponibili integralmente (gli allegati, tra le altre cose, non sempre sono disponibili).
Con la minoranza presente in aula, quindi, si potevano facilmente avere chiarimenti e approfondimenti sull'azione amministrativa, che al momento risultano assenti. Al di là della protesta post-inchiesta, quindi, l'assenza dell'opposizione in consiglio si avverte, dato che il ruolo di un'opposizione partecipe del dibattito in aula può risultare di vitale importanza per la conoscenza concreta dei fatti.
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