Squillace, la trasparenza latita ma i debiti no: Mungo chiede conto della sentenza del Tar da 300 mila euro

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Opposizione Squillace
  01 febbraio 2020 18:00

di PAOLO CRISTOFARO

Le parole scritte ieri, in una missiva, dal presidente del consiglio comunale di Squillace (LEGGI QUI), non appaiono troppo strane, dato che la questione della documentazione al Municipio del paese è stata ripetutamente sollevata. Più volte è stata segnalata la difficile ricostruzione dell'entità debitoria del Comune dell'Ente e delle carte relative alla realizzazione di opere pubbliche (difficile ricostruzione anche per la stessa Regione Calabria, data la raffica di revoche - parziali o totali - di ingenti finanziamenti concessi all'Ente squillacese negli anni). Proprio in questi giorni, una consigliera di minoranza, l'avvocato Anna Maria Mungo, ha chiesto formalmente informazioni al Municipio circa l'ennesimo debito che dovrà accollarsi la cittadinanza, che, stando a fonti interne, potrebbe ammontare ad oltre 300 mila euro, relativo ad una sentenza del Tar della Calabria per un risarcimento danni per mancata espropriazione.

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La consigliera, con lettera datata 20 gennaio 2020 (prot. n°307) - ad oggi senza risposta - "chiede se la sentenza indicata in oggetto e che si allega in copia, sia stata trasmessa" alla competenza dell'Organo Liquidatore - il dott. Mario Pizzino, al quale è principalmente indirizzata - "per l'ammissione alla massa passiva e successivo pagamento della stessa e degli eventuali atti esecutivi", scrive la Mungo. La missiva continua dicendo che "ad oggi, l'Amministrazione [...] non ha portato a bilancio il predetto titolo, già esecutivo all'anno 2018 e non risulta dall'Albo Pretorio che sia stato ammesso alla massa passiva". Situazione analoghe - circa debiti emersi con difficoltà - si sono ripetute più volte, anche in occasione di consiglio comunali, dove l'opposizione ha ripetutamente "denunciato" la mancata trasparenza e completezza del materiale cartaceo.

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Gli interrogativi e i dubbi relativi ai documenti del Comune di Squillace, non sorgono quindi certamente dal conciso testo di questa missiva di fine gennaio 2020 del presidente Mercurio, ma da ben più lontano. E sempre di trasparenza, difatti, si è parlato allorquando, in passato, alcuni consiglieri avevano segnalato la mancata digitalizzazione (obbligatoria) di documenti del protocollo (segnalazioni delle quali esistono testimonianze cartacee). Sempre alcuni consiglieri - un paio di mesi fa - inclusi quelli del gruppo di Oldani Mesoraca, oltre che quelli di "Squillace in Movimento", di Anna Maria Mungo, avevano pure segnalato le strane dinamiche temporali di convocazione dei consigli comunali, per via delle quali, non sussisteva il lasso di tempo necessario necessario ad acquisire e consultare le dovute pratiche poi portate in consiglio da Muccari. 

Ma la consigliera Mungo, non si ferma qui. Alle domande su ulteriori eventuali situazioni poco trasparenti, risponde menzionando la convenzione, recentemente stipulata tra il Comune di Squillace e la Regione Calabria, per la compensazione di un altro debito per opere pubbliche mai realizzate, il Parco Fluviale; per l'opera era stato stanziato 1 milione di euro, del quale la Regione aveva già anticipato 200mila euro, che ora chiede indietro. "Abbiamo contestato la modalità con cui il sindaco ha portato questa convenzione in consiglio", sostiene l'avvocato Mungo.

"Era assente il parere del revisore dei conti e quello del'ufficio di ragioneria. Muccari ha sostenuto che si trattava di un atto d’indirizzo e non di un riconoscimento di debito, cosa che noi, invece, contestiamo. Nel fascicolo ci siamo trovati, oltretutto, due versioni della convenzione, differenti nel contenuto, dove firmate e dove no. Per questo chiediamo chiarezza", ha riferito, sottolineando che attende delucidazioni anche circa quanto chiesto con la missiva, dato che, dalla sentenza del Tar, appare evidente e provata la soccombenza in giudizio dell'Ente. In una città per troppi anni rimasta all'oscuro dei giochi di palazzo e delle dinamiche dei bilanci - che hanno portato al dissesto ancora in corso - i cittadini sono sempre più impazienti di conoscere la verità. 

 

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