di PAOLO CRISTOFARO
Si tratta di una delle questioni in sospeso del Comune di Squillace (CZ), quella dei lavori eseguiti, anni fa, sotto la giunta Rhodio, al seminario vescovile, a spese del Comune, ma per i quali la Regione Calabria ha revocato il finanziamento per "mutazione illecita del progetto". Si trattava di una cifra consistente, pronta a minare la solidità del bilancio (LEGGI QUI).
Dopo il sopralluogo di qualche mese fa da parte dei tecnici della Regione, ora il sindaco, Pasquale Muccari, ha preparato, d'accordo con l'arcivescovo Vincenzo Bertolone, una convenzione per l'utilizzo dei locali, i cui lavori, di fatto, sono stati realizzati con fondi pubblici. Trovare un compromesso per la valorizzazione dell'episcopio, potrebbe dunque salvare parte del finanziamento e giustificare le ingenti spese sostenute dall'erario pubblico.
Dagli ultimi dati disponibili, relativi al decreto del 22 luglio 2019 - del Dipartimento Urbanistica e Beni Culturali, avente come oggetto: "revoca del finanziamento per il progetto di conservazione e valorizzazione del complesso edilizio episcopale di Squillace (episcopio e seminario)", emergeva che la Regione Calabria intimava "al Comune di Squillace, la restituzione, entro 30 giorni dalla notifica del provvedimento, della somma pari a 753.174,12 euro, in soluzione unica".
Con nota del 28/05/2018 la Regione chiedeva già al Comune i documenti per completare la rendicontazione e il 31/05/2018 il Comune trasmetteva all'Ente solo "una esigua parte della documentazione [...] precisando che la rimanente sarebbe stata inviata, ad integrazione, non appena fosse stata nella disponibilità dell'Ufficio Tecnico". Il 4/02/2019, poi, il RUP di Squillace comunicava alla Regione "l'impossibilità a reperire la documentazione rimanente". Il 4/06/2019 la Regione ha avviato la procedura di revoca, che ha portato, il 22 luglio scorso, al decreto che intimava al Comune di Squillace la restituzione.
I motivi erano piuttosto gravi: "mancata presentazione della documentazione amministrativa rilevante", "mancanza del titolo di disponibilità da parte del Comune del bene immobile in oggetto (l'Arcidiocesi non può intendersi soggetto pubblico)", "l'illecita mutazione dell'intervento realizzato rispetto al progetto". Come anticipato dal primo cittadino, Pasquale Muccari, già a dicembre scorso, si sta cercando, attraverso un accordo con la Chiesa e con l'Ente regionale, di riportare il progetto in termini tali da poterne consentire una giustificazione congrua all'operato della pubblica amministrazione.
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