Stop al Superbonus, le proposte di Confedilizia Calabria per superare le criticità

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Il presidente di Confediliza Calabria, Sandro Scoppa
  27 febbraio 2023 12:55

di FRANCESCO IULIANO

Dopo le perplessità manifestate sull’iniziativa dell’Unione europea che ha proposto che gli edifici nuovi dovranno essere a emissioni zero entro il 2030 e quelli  esistenti entro il 2050,

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c’è anche il decreto legge 11 del 2023, quello che ha previsto di bloccare la cessione dei crediti e lo sconto in fattura per tutti i bonus fiscali, compreso il Superbonus, tra le decisioni del Governo centrale che stanno mettendo in crisi il settore immobiliare e, di conseguenza, la tenuta dell’intero sistema economico.

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A denunciare questa nuova preoccupazione, che metterebbe a rischio il futuro di almeno 25 mila aziende dell'edilizia e 130 mila posti di lavoro, è il presidente di Confedilizia Calabria, Sandro Scoppa.

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«Questa - ha commentato - è una iniziativa che fa seguito alle numerose modifiche che, in meno di tre anni, sono state apportate al provvedimento. Le agevolazioni concesse al 31 dicembre del 2022, ammontavano a 105 miliardi di euro, una cifra destinata a superare quota 110 miliardi entro marzo 2023. Una cifra enorme per un bonus destinato a garantire, in futuro, una percentuale di agevolazione più bassa. Per il pregresso sul Superbonus 90% si salvano sia lo sconto in fattura che la cessione crediti, ma a condizione che siano state presentate Cila (comunicazione di inizio lavori asseverata) antecedenti alla data di entrata in vigore della nuova normativa».

Una situazione generale che, in Calabria, assume risvolti drammatici considerato che, dai dati forniti, risultano avviati quasi 12mila cantieri, la maggior parte dei quali riguardano interventi per edifici unifamiliari, seguiti da quelli delle unità immobiliari indipendenti e dai condomini. 

«La cessione del credito - ha aggiunto Sandro Scoppa - è nata nel 2016, ben prima dell'introduzione del Superbonus, per favorire l'utilizzo delle detrazioni fiscali da parte delle famiglie meno abbienti. Negli anni successivi il meccanismo è stato modificato in vari modi, discutibili come ogni cosa. Lascia perplessi, se confermata, la scelta del Governo di eliminare del tutto questo sistema specialmente dopo la "direttiva green" dell'Europa che impone il passaggio alla classe energetica D entro il 2033 per tutti gli edifici. La situazione era già critica ed a rimetterci sono, come sempre, i cittadini che si sono fidati dello Stato ma ricevendo, come risposta, i provvedimenti che da oltre un anno hanno mandato in tilt il sistema. Dall'inizio del 2022, vi è un blocco completo dei crediti presso gli intermediari in estrema difficoltà a liberarsene. Le conseguenze di una simile situazione si sono subito riversate sui proprietari di immobili e sugli amministratori di condominio che operano per essi, che contavano sul sistema della cessione del credito, per poter avviare o proseguire gli interventi edilizi di loro interesse».

Prima dell'entrata in vigore della legge di conversione, Confedilizia chiede quindi: lo stop a sconto in fattura e cessioni, almeno al 30 aprile 2023; di mantenere il meccanismo dello sconto in fattura e della cessione del credito per gli interventi di miglioramento sismico e per l'abbattimento delle barriere architettoniche garantendo i due strumenti anche ai proprietari di unifamiliari con reddito di riferimento inferiore ai 15mila euro che possono utilizzare l'agevolazione al 90%, ma che, “per via del loro basso reddito, non potrebbero usufruire direttamente della detrazione, dare la possibilità, a coloro che hanno avviato i lavori (con Superbonus al 110% oppure al 90% a seconda dei casi), di poterli eseguire entro un termine ragionevole che tenga conto di tali rallentamenti; un miglioramento del meccanismo della detrazione, in modo che possa essere fruibile da più contribuenti possibile e non solo sull'Irpef.

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