Assoluzione con formula piena: è quanto hanno chiesto i difensori dei tre imputati nel processo che si sta celebrando davanti al Tribunale di Crotone per il naufragio di Cutro avvenuto il 26 febbraio 2023 che ha causato la morte di 94 persone.
Gli avvocati Teresa Paladini e Salvatore Perri, difensori degli imputati Sami Fuat, turco di 51 anni, Khalid Arslan, di 26 anni, e Hasab Hussain, di 23, entrambi pakistani, accusati di favoreggiamento all'immigrazione clandestina, naufragio colposo e morte come conseguenza di altro delitto, hanno evidenziato una serie di criticità emerse nel corso del processo, chiedendo l'inutilizzabilità delle testimonianze perché non raccolte con le tutele di legge: ai testimoni, infatti, secondo quanto affermato dai due avvocati, non è mai stato detto dalla polizia giudiziaria che potevano scegliere di non rispondere in quanto anche loro indagati di immigrazione clandestina.
Contestazioni anche sulle traduzioni degli interrogatori - ritenute incomprensibili e sbagliate come riconosciuto da diversi testimoni successivamente - e anche sull'attendibilità delle stesse testimonianze raccolte nell'immediatezza della tragedia da persone in stato psicofisico difficile. I due avvocati hanno mosso critiche alla modalità di identificazione degli scafisti avvenuta attraverso un album nel quale erano inserite 15 foto tra le quali quelle degli imputati (anche dei due già condannati in abbreviato a 20 anni) insieme a immagini di persone estranee allo sbarco. I legali hanno poi citato la dichiarazione di un superstite, sentito in una udienza del maggio scorso, secondo cui un poliziotto gli avrebbe detto che quello nella foto era il capitano della barca e di firmare accanto alla foto e quindi di aver firmato. Il rischio – a detta dei difensori - è quello di condannare le persone a venti anni di carcere sulla base di testimonianze prese con modalità approssimative e con traduzioni da due lire mentre la decisione di condanna dovrà superare il grado di certezza assoluta della prova al di là di ogni ragionevole dubbio. La sentenza è attesa per il prossimo 10 dicembre.
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