“Quando si sono inziate a vedere le luci dalla costa tanti di noi hanno gridato 'help, help' credendo che si trattasse dei soccorsi. Purtroppo non rispondeva nessuno e dopo pochi minuti è arrivata una forte onda e c'è stato un forte urto”.
E' quanto ha raccontato un altro migrante superstite del naufragio di Steccato di Cutro alla polizia giudiziaria che indaga sulle responsabilità dei tre scafisti. “L'onda ha travolto la barca. Quando gli scafisti hanno sentito che chiedevamo aiuto – ha spiegato Yousuf, afgano di 23 anni - hanno cercato di fuggire. Io ho provato a bloccarli e ho cercato di fermare un turco ma questi mi ha strattonato e si è tuffato in acqua, la stessa cosa ho provato a fare con un secondo turco ma lui è riuscito a tirarmi e spingermi tuffandosi in acqua anche lui. I due turchi sono fuggiti a nuoto. Ho provato anche a bloccare il cittadino siriano ma mi è sfuggito. Infine sono riuscito a bloccare un terzo turco ma solo per poco perchè ho dovuto mettermi in salvo ma poi l'ho rivisto sulla spiaggia, nascosto in mezzo ad altri migranti, fino a quando tutti i migranti lo hanno additato come responsabile della tragedia. Poco dopo sono arrivare le forze di polizia che lo hanno fermato".
Secondo Ramin, afgano di 21 anni, “i componenti turchi dell'equipaggio hanno preso degli oggetti neri simili a dei tubi che hanno gettato in acqua e si sono tuffati aggrappandosi ad essi per poi scappare. Non appena la barca si è rovesciata – ha detto ai poliziotti - mi sono tuffato in mare e mi sono aggrappato ad un pezzo di legno con il quale sono riuscito ad arrivare a riva e a mettermi in salvo”.
Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Redazione centrale: Via Cardatori, 9 88100 Catanzaro (CZ).
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Aruba S.p.a.
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 0961 873736