Studenti con disabilità discriminati agli esami di Stato: il caso che scuote Soverato

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Foto d'archivio
  05 agosto 2025 21:53

“Come ogni anno, presso l'istituto I.p.s.s.e.o.a. Alberghiero di Soverato si è svolto l’esame di Stato, al quale hanno preso parte alcuni studenti con disabilità. Nelle giornate del 19 e del 20 giugno, in occasione della prima e della seconda prova scritta, i Presidenti di Commissione hanno ritenuto di poter somministrare agli studenti con disabilità, per i quali, nel PEI, era indicato il “percorso personalizzato con prove equipollenti”,  le prove ministeriali, così come pervenute, sottraendosi all’impegno di preparare le corrispondenti “prove equipollenti”, come peraltro indicato nell’Allegato riservato di ciascuno studente, appositamente predisposto dal Consiglio di classe entro il 15 maggio e inviato in tempo utile alla relativa Commissione d’esame, affinché si attenesse alle indicazioni in esso riportate, come stabilito dall’art. 20 del Decreto legislativo n. 62/2017”. Così in una nota stampa Marina Dominijanni, Coordinatrice Associazione Italiana Persone con sindrome di Down della sezione di Catanzaro. 

“Questa decisione, assunta dai Presidenti di Commissione nonostante fosse palesemente contraria alle indicazioni di legge, ha messo in forte difficoltà gli studenti con disabilità, che si sono ritrovati a svolgere tracce per loro, per alcuni versi, poco o per nulla accessibili, in quanto non coerenti con il PEI, ossia non coerenti nelle modalità e/o nei mezzi e/o nei contenuti culturali e/o professionali (afferenti ai nuclei fondanti di ciascuna disciplina).

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L’arbitraria decisione dei Presidenti di Commissione, peraltro, è stata avvalorata e sostenuta anche dall'Ufficio Scolastico Regionale della Calabria, nella persona della Coordinatrice degli Ispettori, contattata per i necessari chiarimenti in merito alla procedura delle due prove scritte.

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Il concetto di “prove equipollenti”, delineato dall’articolo 6, comma 1, del DPR 323/98 (provvedimento abrogato), è ripreso, con riferimento all’abrogato provvedimento, dalle Linee guida, di cui all’art. 20 del D.I. 182/2020, come modificato dal D.I. 153/2023. Nello specifico, il provvedimento delinea e precisa in che cosa consistono le prove equipollenti: si tratta di prove che, rispetto a quelle ministeriali, possono essere differenti per “modalità”, per “mezzi”, per contenuti culturali e/o professionali (purché si tratti di contenuti attinenti ai nuclei fondanti delle singole discipline). Tramite tali prove gli studenti possono dimostrare di aver acquisito le competenze utili ai fini del conseguimento del Diploma rilasciato a conclusione degli esami di Stato conclusivi del Secondo ciclo di istruzione.
 
La questione è che i Presidenti di Commissione, così come alcuni Commissari, e lo stesso Ufficio Scolastico Regionale della Calabria hanno stabilito che si poteva procedere senza ricorrere alle prove equipollenti adottate e indicate dal PEI, determinando non solo un mancato rispetto della normativa vigente in materia, ma, di fatto, discriminando gli studenti con disabilità nei loro diritti fondamentali, garantiti dalle norme in materia e dalla Costituzione stessa. 

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Il comportamento assunto dalle Commissioni nei confronti degli studenti con disabilità si configura come discriminatorio. Infatti, a pagare il prezzo di questo mancato rispetto della normativa vigente sono stati proprio gli studenti, che sono stati privati della possibilità di dimostrare, anche con soddisfazione e con orgoglio, quanto appreso durante il loro percorso scolastico e meritare, di conseguenza, una giusta valutazione.
 
Non possiamo certamente tacere di fronte a questa grave ingiustizia e stiamo valutando se procedere o meno con un ricorso, sconfortati dal fatto che ciò che dovrebbe essere garantito e tutelato dal sistema scolastico debba, ancora una volta, trovare accoglienza solamente nelle aule di un Tribunale.

Abbiamo chiesto supporto all’AIPD e alla Federazione Osservatorio182. Chiediamo il rispetto delle normative vigenti e che agli studenti con disabilità venga davvero assicurata la possibilità di avvalersi di quanto rientra nei loro diritti”. 

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