È ancora un’ipotesi, ma che nelle ultime ore sta assumendo sempre più consistenza. Per i punti nascita di Cetraro e di Soverato si profila la sospensione delle attività, su indicazione del ministero della Salute. Questa almeno è la sensazione che fra i corridoi del dipartimento regionale di Tutela della Salute serpeggia con insistenza. La sospensione delle attività dovrebbe essere “temporanea”, o meglio fin quando non sarà garantita la presenza dei requisiti per operare secondo le norme e in sicurezza.
La tragica morte dopo un parto nella struttura di Cetraro delle settimane scorse ha levato il tappeto dalla polvere che era stata accumulata per anni. Il punto nascita di Cetraro che fa capo all’Asp di Cosenza e quello di Soverato che fa riferimento all’Asp di Catanzaro sono “sub-standard”. Nella dizione burocratica significa che in questi reparti ogni anno i parti sono al di sotto del numero minimo fissato dalla legge che è di 500. Le rilevazioni ufficiali (aggiornate al 2017, vedi sotto tabella) ne indicano 315 nello spoke di Cetraro e 302 nell’ospedale Basso Ionio di Soverato. Peraltro, in ambedue i casi si registrano percentuali di cesarei piuttosto elevate (oltre il 41%).
L’asticella della soglia minima dei casi trattati comporta che se si è al di sotto l’organizzazione e il personale potrebbero essere non sufficientemente “preparati” a garantire la sicurezza dei pazienti. Le carenze di Cetraro e Soverato sono da anni segnalate nei verbali del Tavolo di monitoraggio dei ministeri vigilanti (Salute e Mef) sull’attuazione del Piano di Rientro. Alle diverse strutture commissariali che si sono succedute è stato chiesto di assumere delle decisioni in merito, fino anche alla chiusura. Tuttavia, si è sempre scelto di proseguire l’attività nelle due strutture. La sospensione potrebbe essere ora imposta da Roma. (g.r.)
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