di STEFANIA PAPALEO
Tredici poliziotti feriti, finestrini dei pullman in frantumi, paura tra i testimoni impotenti di un'ennesima ondata di violenza che ieri ha "sporcato" il derby Cosenza-Catanzaro. Gli uomini della Digos di entrambe le città stanno lavorando a pieno ritmo per risalire ai nomi di tutti i tifosi rimasti coinvolti negli scontri davanti al San Vito al termine della partita e, successivamente, nei pressi della rotatoria dove sostavano i mezzi che avrebbero dovuto riportare a casa i giallorossi. In quest'ultimo caso, già ieri sera la polizia ha fermato un catanzarese che, insieme ad altri, ha reagito all'agguato che gli è stato teso dai tifosi rossoblu, per rilasciarlo dopo averlo identificato in Questura, in attesa di valutarne la posizione insieme a quella di chi sarà identificato grazie alle telecamere di videosorveglianza dislocate nelle zone interessate. Solo a quel punto il Questore di Cosenza provvederà ad emettere i Daspo a carico dei presunti responsabili degli episodi di violenza che hanno sollevato polemiche in ogni angolo del territorio.
E se davanti al San Vito erano stati gli ultras giallorossi ad assalire la polizia (LEGGI QUI), dopo aver subito sputi e lanci di ogni oggetto all'interno dello stadio durante il derby, nei pressi della rotatoria d'uscita a scatenare il caos sono stati i tifosi cosentini che, dopo avere atteso gli ospiti di ritorno ai pullman con cui rientrare a Catanzaro, hanno preso d'assalto i mezzi mandando anche in frantumi i vetri di alcuni finestrini, fino a provocare la reazione di alcuni giallorossi che, scesi in strada, hanno risposto all'attacco violento, facendo finire in questura uno di loro, identificato e subito dopo liberato (LEGGI QUI).
Intanto, però, in attesa di un comunicato ufficiale della Questura, ecco la posizione di Enzo Letizia, segretario dell’Associazione nazionale funzionari di polizia, che scarica totalmente sui tifosi catanzaresi.
"Ieri sera, al termine di Cosenza-Catanzaro si sono registrati disordini, ed in particolare i tifosi del Catanzaro si sono resi protagonisti di deliberato attacco rivolto agli appartenenti alle forze dell’ordine. Il bilancio - ricorda il leader sindacale - e’ di un dirigente della questura colpito alla testa, riportando una prognosi di 5 giorni e di 9 poliziotti del Reparto Mobile di Reggio Calabria rimasti contusi durante lo scontro, oltre a diverse auto danneggiate dai tifosi catanzaresi. Ancora una volta gli incidenti si registrano all’esterno dello stadio e lungo gli itinerari di deflusso laddove gli operatori delle forze dell’ordine sono stati chiamati a proteggere la collettività dall’azione di alcune frange dei tifosi che intendono la competizione sportiva come l’opportunità per dare vita ad azioni criminali che si riverberano anche sui cittadini e sui loro beni, che sono stati costretti a subire il triste spettacolo messo in atto dagli ultrà ospiti che poco prima di lasciare la città, improvvisamente sono scesi dai pullman travisati ed armati di bastoni per affrontare le forze dell'ordine. “Ancora una volta - conclude Letizia - ciò che rileva è la particolare esposizione degli appartenenti alle forze di polizia impiegati durante le manifestazioni che, nel caso di specie, nonostante la continua azione di dialogo svolta nei confronti della tifoseria ospite, iniziata prima dell’evento e mai interrotta, anche dopo che il dirigente del servizio era stato aggredito all’esterno dello stadio, non è riuscita a farne breccia nella frangia violenta dei supporter catanzaresi resasi responsabile dei successivi disordini lungo l’itinerario del deflusso”.
Solo le indagini in corso potranno mettere un punto fermo alla vicenda che, in ogni caso, ha contribuito a scrivere l'ennesima pagina nera nella storia del calcio calabrese.
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