Tallini (FI) sulla polemica del rosario Morra-Salvini: "Teorema folle del senatore Cinquestelle"

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Domenico Tallini
  22 agosto 2019 20:40

"I calabresi nascondano tutti gli oggetti religiosi che conservano in casa. Non solo i rosari, ma anche le statuine di Padre Pio e San Francesco di Paola, i libretti di preghiera di Natuzza Evolo. Evitino di andare in pellegrinaggio a Polsi, alla Madonna dello Scoglio, a Paravati. Secondo il delirante editto del senatore cinquestelle Nicola Morra, chiunque sarà trovato con oggetti religiosi addosso rischierà l'imputazione di associazione mafiosa". E' quanto afferma, in una nota, il consigliere regionale Domenico Tallini.

"Solo l'ironia - prosegue Tallini - potrà salvarci dalle allucinazioni di questo 'giacobino di periferia' assurto al ruolo di presidente della Commissione parlamentare antimafia. Non intendo assurgere al ruolo di difensore di Matteo Salvini, di cui non condivido certe estremizzazioni, ma penso sia immorale quello che Morra ha fatto. Pur di demolire un avversario politico, non esita ad imbastire teoremi folli, devastando il sentimento religioso popolare di un'intera terra. C'ero anch'io a San Luca, il ferragosto dello scorso anno, in occasione della riunione del Comitato nazionale dell'Ordine pubblico e in rappresentanza del Consiglio regionale della Calabria. Salvini avrebbe voluto andare anche a Polsi, per rendere omaggio alla Madonna, ma non gli fu consentito dai tempi ristrettissimi, anche perché era crollato il ponte Morandi a Genova".

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"Ho scambiato due parole con lui - aggiunge il consigliere regionale - e ho avuto l'impressione di un profondo rispetto nei confronti di quella comunità e la volontà di contrastare efficacemente la 'ndrangheta. Era nelle sue vesti di Ministro dell'interno che sfidava la 'ndrangheta e non di capo della Lega. Avrebbe dovuto esserci Morra, semmai, come presidente dell'Antimafia. E invece era assente perché si nutre di odio e rancore. Morra è un sovversivo e un giacobino che utilizza le istituzioni per le sue vendette personali. Non è la prima volta che lo fa. Un piccolo Robespierre in salsa calabrese (anzi in pesto, visto che è nato a Genova) che provoca solo guasti e danni alla terra che lo ha ospitato".

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