Telecontact, Bruno (Tridico Presidente): "Scelta miope e pericolosa. Occhiuto intervenga"

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Enzo Bruno

  26 ottobre 2025 13:05

"La decisione del Gruppo TIM di avviare la procedura ex art. 47 per la cessione del ramo d’azienda Telecontact Center è una scelta miope e pericolosa, che mette a rischio la stabilità di circa 1.600 lavoratori in tutta Italia, di cui 400 nella sede di Catanzaro". 

È quanto afferma Enzo Bruno, consigliere regionale del gruppo Tridico Presidente, commentando la notifica inviata alle organizzazioni sindacali e la preoccupazione diffusa tra i dipendenti.

"Il progetto prevede il conferimento dell’intero ramo d’azienda Telecontact, che oggi conta 1.599 lavoratori dislocati tra Catanzaro, Caltanissetta, Napoli, Roma, L’Aquila, Milano, Ivrea e Aosta, a una nuova società denominata DNA, interamente controllata da Gruppo Distribuzione. DNA, in cui confluiranno Telecontact e Gruppo Distribuzione, è una srl di recente costituzione che gestirà attività di call center in appalto per diverse imprese, tra cui la stessa TIM", spiega Bruno.

"Non siamo di fronte a licenziamenti immediati – sottolinea ancora il consigliere regionale del gruppo Tridico Presidente – perché la legge impone la continuità occupazionale, ma il trasferimento dei lavoratori fuori dal gruppo TIM comporta la perdita di un presidio industriale fondamentale. È un’operazione che cambia la natura del rapporto di lavoro e apre una stagione di incertezza: chi oggi lavora per TIM si ritroverà domani in un’altra azienda, con un’altra partita economica e con garanzie tutte da verificare".

Secondo Bruno, la mossa risponde a logiche esclusivamente finanziarie e non industriali: "I lavoratori continueranno a svolgere le stesse mansioni di oggi, solo sotto un’altra ragione sociale. Per TIM, l’operazione significa trasformare un costo del personale in un costo per servizi esterni, con un vantaggio contabile funzionale ad alleggerire il bilancio. Si tratta di un risparmio minimo per un gruppo che fattura miliardi, ma che pesa in modo devastante sul piano sociale e territoriale".

Il consigliere sottolinea come operazioni simili, già sperimentate nel settore delle telecomunicazioni, abbiano prodotto in passato esiti negativi e quindi la questione ha anche una chiara dimensione politica: "Il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, che in passato ha mostrato attenzione su vertenze industriali complesse, non può restare in silenzio. Lo invito a intervenire con forza presso il Governo e il Ministero delle Imprese e del Made in Italy per chiedere chiarimenti a TIM e garantire il mantenimento delle condizioni occupazionali e contrattuali. È necessario aprire subito un tavolo istituzionale con Regione, sindacati e azienda, per evitare che una manovra puramente societaria produca un disastro sociale".

"Telecontact non è un costo da eliminare, ma un patrimonio di professionalità e competenze costruito in venticinque anni di attività. È un presidio stabile contro la disoccupazione e lo spopolamento, un punto di forza della città di Catanzaro e dell’intera regione. Questa scelta va fermata, perché la Calabria non può più permettersi di perdere lavoro qualificato per mere logiche contabili. Le istituzioni devono essere dalla parte dei lavoratori, non dei bilanci societari", conclude Bruno.


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