Tentata estorsione a un commerciante, 40enne di Reggio incastrato dalle impronte digitali: in manette

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Foto di archivio della Polizia
  28 settembre 2019 09:39

Reggio Calabria: La Polizia di Stato di Reggio Calabria arresta l’autore di una tentata estorsione, aggravata dal metodo mafioso, ai danni del titolare di un esercizio commerciale reggino.

Nella serata del 25 settembre, a conclusione di articolate indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri, la squadra Mobile reggina - Sezione “Reati contro il Patrimonio e la Pubblica Amministrazione” - coadiuvata nella fasi operative da Personale dell’Ufficio Volanti - ha dato esecuzione all’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il locale Tribunale nei confronti del quarantenne Matteo Iannö, indagato per tentata estorsione in concorso, aggravata dal metodo mafioso.

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I fatti risalgono al 19 febbraio di quest’anno e sono stati ricostruiti dagli investigatori della Squadra Mobile e dai tecnici del Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica per la Calabria sotto le direttive del Sostituto Procuratore della locale D.D.A. Roberto Placido DI PALMA.

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Nello specifico, al titolare di un esercizio commerciale, veniva recapitata una missiva contenente una richiesta estorsiva di 1000 euro al mese da destinare al sostentamento dei “carcerati”, con la minaccia dell’incendio del negozio in caso di inottemperanza.

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Attraverso i primi accertamenti tecnici effettuati dalla Polizia Scientifica di Reggio Calabria è stato acclarato che, sia sulla busta che sulla lettera in essa contenuta, erano presenti le impronte papillari del soggetto tratto in arresto, il quale annovera, a proprio carico, precedenti di polizia per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.

Gli investigatori della Squadra Mobile hanno poi verificato, attraverso accertamenti specifici, che l’indagato, in quel periodo, non svolgeva alcuna attività lavorativa che giustificasse la presenza delle sue impronte sulla busta; d’altronde la presenza delle impronte dello Ianno'’ anche sulla lettera è sintomatica della sua partecipazione alla condotta volta ad estorcere alla vittima, con modalità tipicamente mafiose, una somma di denaro da destinare a soggetti detenuti.

L’insieme delle risultanze investigative acquisite dalla Squadra Mobile e dalla Polizia Scientifica di Reggio Calabria hanno consentito ai magistrati della D.D.A. - che hanno coordinato le indagini - di avanzare al G.I.P. la richiesta di misura cautelare che è stata eseguita la sera di mercoledì scorso.

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