Tirocinanti, l'emendamento non passa e scoppia la polemica

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Gianluca Persico
  19 luglio 2019 18:03

«Tirocinanti . sfruttarti e masi valorizzati». Cisal sul piede di guerra dopo la mancata approvazione di un emendamento proposto dai Cinque Stelle e affossato dalla Lega. Sì, perché - a loro avviso - «l’emendamento era stato redatto in conformità alle vigenti disposizioni in materia di “concorsi pubblici” e mirava a “valorizzare” a titolo di punteggio aggiuntivo il periodo prestato come “tirocinio” senza “disparità di trattamento». Sullo sfondo circa 650 calabresi che negli uffici giudiziari «forniscono un notevole apporto ai dipendenti di ruolo e ai dirigenti».

Da qui l'attacco: «Forse, per la prima volta, il governo poteva procedere nella direzione giusta, rivoluzionare la pubblica amministrazione. con personale già formato ma sottopagato e sfruttato, ma, evidentemente, hanno prevalso altre logiche che come organizzazioni sindacali. non riusciamo a comprendere soprattutto in un momento in cui il paese ha bisogno del “senso di responsabilità”. I tirocinanti esclusi dall’Ufficio del processo, hanno continuato nei progetti regionali finanziati dalle stesse Regioni senza nessun costo sui fondi ministeriali quindi hanno ulteriormente perfezionato le loro conoscenze all’interno degli Uffici Giudiziari e ambivano, con molta umiltà, a giocarsi le loro chance nelle procedure concorsuali sia per i posti riservati  da inquadrare nei profili professionali dell'Area I/F1 per i quali è richiesto il solo requisito della scuola dell'obbligo,   e anche per i profili professionali dell'area II/F1 per i quali è richiesto il titolo di studio superiore a quello della scuola dell'obbligo».

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Netto l'augurio targato Gianluca Persico:  «Questa brutta pagina possa essere solo uno spiacevole incidente di percorso e possa essere riproposto un emendamento che vada nella giusta direzione, per rispetto ai tanti tirocinanti impegnati nelle varie regioni e soprattutto nell’ottica della “razionalizzazione” dei costi della pubblica amministrazione altrimenti la tanto decantata rivoluzione e svecchiamento della pubblica amministrazione rimarrà solo ed esclusivamente una visione “onirica” e non reale».

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