
di IACOPO PARISI
Memoria, legalità e cultura si intrecciano nella nuova tappa di “Libri e Bollicine”, la rassegna ideata da Salvatore Sangiuliano e organizzata da Annozero Eventi, giunta alla sua XI edizione. Al Guglielmo Hotel di Catanzaro, l’autrice Annamaria Frustaci ha presentato Un sole che mai tramonta, romanzo dedicato alle vittime della strage di via dei Georgofili, nel corso di un incontro moderato dall’avv. Giuseppina Frangipane e arricchito dalla presenza, seppur da remoto, di Luigi Dainelli, presidente dell’Associazione vittime della strage, e delle classi del Liceo Scientifico “Luigi Siciliani”. L’incontro ha unito l’elemento culturale a quello civile: rileggere i fatti storici alla luce del presente, con l’obiettivo di alimentare consapevolezza nelle nuove generazioni.

La trama, come ricordato dall’autrice, parte da Firenze nella notte tra il 26 e il 27 maggio 1993: un furgoncino carico di tritolo esplode vicino alla Torre dei Pulci, sconvolgendo via dei Georgofili e spezzando la vita di persone innocenti, tra cui la famiglia Nencioni-Nadia, la sorellina Caterina e i genitori Fabrizio e Angela Fiume. Il racconto alterna quei momenti storici alla contemporaneità, passando per episodi successivi che richiamano come la violenza mafiosa abbia segnato l’Italia degli anni Novanta e oltre.
Frustaci ha sottolineato l’importanza di restituire non solo i fatti, "ma il racconto delle vittime", perché da quelle vicende emergono "storie che penso siano importanti" per i giovani e per il tessuto civile del Paese. "I ragazzi - ha detto - devono conoscere perché questa vicenda è esemplificativa: Cosa Nostra e le mafie non sono un problema circoscritto a poche zone, ma possono aggredire qualsiasi territorio e i cittadini di qualsiasi territorio. Occorre consapevolezza collettiva per contrastare questi fenomeni".

Molto spazio è stato dato al dialogo con le classi del “Luigi Siciliani”. L’autrice ha spiegato come l’obiettivo della sua opera sia anche educativo: "Spero che ci sia una consapevolezza da parte dei giovani e in qualche modo alimentare una mentalità che, attraverso la conoscenza, porti a prendere le distanze da questi fatti e a impegnarsi perché non si verifichino più".
Frustaci ha poi ricostruito il contesto storico più ampio che porta alle stragi del biennio 1992–1993: gli omicidi dei magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, dell’aggravarsi della strategia mafiosa verso obiettivi civili e simbolici e la decisione di colpire luoghi rappresentativi dell’identità nazionale. «Se si distrugge un’opera d’arte — ha osservato — si attacca l’identità stessa del Paese. Per questo le scelte di obiettivi e luoghi sono state dettate da una logica che mira a terrorizzare e a colpire la nostra storia e la nostra cultura».

A prendere la parola è stato anche Luigi Dainelli, che ha ripercorso la storia dell’Associazione vittime della strage di via dei Georgofili, nata per sostenere le famiglie colpite e mantenere viva la memoria: dall’impegno nelle aule giudiziarie agli interventi di supporto a chi rimase ferito o senza casa, fino all’attività nelle scuole e agli eventi commemorativi. "Abbiamo voluto mantenere vivo il ricordo — ha spiegato — perché il tempo rischia di far dimenticare chi non è interessato; la memoria è invece uno strumento di giustizia e verità".
La giornata al Guglielmo Hotel ha confermato il valore del format Libri e Bollicine, uno spazio dove la lettura diventa occasione di confronto civico: la presentazione di Un sole che mai tramonta non è stata solo la promozione di un libro, ma un invito rivolto alle nuove generazioni a conoscere la storia per non ripeterla.
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