Toghe corrotte a Catanzaro. A Salerno si continua a indagare anche su un altro giudice. Ma Petrini lo scagionò: “Mai coinvolto”

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images Toghe corrotte a Catanzaro. A Salerno si continua a indagare anche su un altro giudice. Ma Petrini lo scagionò: “Mai coinvolto”
La Corte d' Appello di Catanzaro
  20 marzo 2021 08:21

“Anche per quanto riguarda il dottor Commodaro, posso escludere di averlo mai messo a parte di accordi corruttivi intervenuti tra me e terze persone, né ho mai impropriamente sollecitato lo stesso al fine di condizionare o indirizzare l’esito di procedimenti penali”.

Il giudice Marco Petrini aveva fatto un passo su un possibile coinvolgimento in episodi di corruzione di Domenico Commodaro, magistrato della Corte d’Appello di Catanzaro (LEGGI QUI). 

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Nonostante le frasi di Petrini pronunciate in aula a settembre scorso (le accuse iniziali al giudice Commodaro erano contenute in alcuni verbali di febbraio 2020), la Procura di Salerno ha chiesto e ottenuto la proroga di indagine per Commodaro e lo stesso Petrini. L’accusa, come riporta l’edizione odierna della Gazzetta del Sud con un articolo a firma di Gaetano Mazzuca, è di corruzione in atti giudiziari. 

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I fatti contestati, su cui la Procura potrà continuare a indagare fino al luglio prossimo, sarebbero avvenuti a Catanzaro intorno al mese di febbraio del 2018. 

Per altre vicende di corruzione, il Tribunale di Salerno ha condannato il magistrato Marco Petrini (difeso dagli avvocati Francesco Calderaro e Agostino De Caro) a 4  anni e 4 mesi di reclusione, il medico Emilio Santoro (difeso dall'avvocato Michele Gigliotti)  a 3 anni e 2 mesi; per l'avvocato Francesco Saraco (difeso dall'avvocato Nico D'Ascola) 1 anno e 8 mesi (pena sospesa).

Genesi. Depositate le motivazioni della condanna a 4 anni del giudice Petrini: accertati favori, regali e fiumi di soldi

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