Traffico di droga a Crotone, condanne per 120 anni (I NOMI)

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images Traffico di droga a Crotone, condanne per 120 anni (I NOMI)
Il Tribunale di Catanzaro
  19 luglio 2019 15:01

di EDOARDO CORASANITI

E’ il giudice Paola Ciriaco ad emettere la sentenza: 14 condanne e 5 assoluzioni, con pene che arrivano fino a 18 anni.
Il provvedimento nasce dall’operazione coordinata dalla Dda di Catanzaro del maggio 2018 e denominata “Factorum”.
Per l’accusa gli attuali imputati sarebbero responsabili, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti.

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Condannati:

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Giuseppe Feroleto, 8 anni e 4 mesi

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Antonio Gaetano, 9 anni e 10 mesi

Ferdinando La Forgia, 9 anni e 2 mesi

Alexandro Laratta, 2 anni

Pantaleone Laratta, 18 anni e 8 mesi

Ferdinando Marchio, 9 anni e 6 mesi

Gaetano Manica, 9 anni

Fabio Marino, 10 anni e 8 mesi

Luigi Marino, 8 anni e 10 mesi

Pasquale Marino, 8 anni e 2 mesi

Francesco Martino, 9 anni e 2 mesi

Giancarlo Perri, 8 anni e 6 mesi

Francesco Ruggiero, 9 anni e 8 mesi

Pasquale Torromino, 10 anni e 8 mesi

Assolti

Mario Cimino

Francesco Crugliano

Antonio De Biase

Massimiliano Marino (che non era stato colpito da provvedimento di custodia cautelare in carcere)

Antonio Martino.

Fanno parte del collegio difensivo gli avvocati Domenico Pietragalla, Roberto coscia, Aldo truncè, Fabrizio Salviti, Domenico Antonio Rizzuto, Mario Nigro, Carolina Carbone, Sergio Rotundo, Gregorio Viscomi, Francesca Buonopane, Patrizia Greco. 

 

La vicenda: L’organizzazione – e’ stato poi rilevato dagli investigatori nel corso della conferenza stampa del maggio 2018 – irradiava la sua attivita’ anche oltre i confini regionali, arrivando a esportare la droga anche in Sicilia, in particolare nell’arcipelago delle Eolie, e curando i trasporti fin nei minimi dettagli: i carabinieri hanno provato a dimostrare che, per paura di essere intercettati, durante i viaggi gli esponenti del gruppo criminale riuscivano a restare in silenzio anche per due ore, e inoltre spesso ricorrevano a vere e propri “staffette” di auto. Coinvolte a pieno titolo nelle logiche criminali erano anche le donne dell’organizzazione, spesso utilizzate per trasportare o nascondere la droga in modo da sfuggire ai controlli e anche alle perquisizioni domiciliari.
La droga veniva infatti chiamata con nomi di frutta e verdura e a seconda del quantitativo: quando parlavano di patate significava che si trattava di un grosso carico, se parlavano di fragole invece di un piccolo quantitativo.

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