Tragedia della Fiumarella 64 anni dopo, Sodaro: "Avevo 13 anni, sento ancora il suono delle sirene"

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images Tragedia della Fiumarella 64 anni dopo,  Sodaro: "Avevo 13 anni, sento ancora il suono delle sirene"


  23 dicembre 2025 09:46

di BRUNO SODARO

23 dicembre 1961 – 64 anni fa 

Avevo 13 anni e frequentavo la terza media alla scuola  “Giovanni Pascoli”, quando arrivò la notizia della “littorina” caduta sotto un ponte. Si parlava di una grave tragedia, con morti e feriti. Ricordo le sirene delle ambulanze e quelle dei Vigili del Fuoco. Quel giorno, anti vigilia di Natale, le lezioni terminavano alle ore 10 perché iniziava il lungo ponte festivo. Uscimmo di classe e ci portammo sul muro sovrastante la stazione della Calabro Lucane, davanti all’Istituto Magistrale. La Stazione era affollata da una quantità di persone che assisteva all’arrivo, in continuazione, dei feriti. Sul marciapiede principale erano sistemate una fila di bare che dovevano essere collocate su un vagone per essere trasportate sul luogo del disastro. Si capiva da queste che, le persone decedute potevano essere in molti. Le voci sul numero delle vittime cambiavano minuto per minuto.

Chi diceva venti, chi cinquanta, chi sessanta. Persone che piangevano e altre che speravano che nella lista dei morti, non ci fosse un parente. C’erano scene di disperazione. Molte le domande che spesso non avevano risposte. Io assistevo impotente a tutto questo, con il amico d’infanzia e di condominio, Ernesto. Un’idea balenò nella mente del mio compagno. Andare sul luogo del disastro.

Un’idea da incoscienti. Ci fornimmo di due pezzi di legno e partimmo a piedi. I. due legni servivano per mantenere la distanza del muro, nel camminare nelle gallerie al buio. Passammo la prima in un attimo perché non era molto estesa. La seconda che partiva dall’orto di Barberio e passava sotto la Scuola Agraria, era molto lunga e, spesso, ci fermavamo a riposare negli spazi che trovavamo, ogni  50 metri. Spazi che servivano per riparasi di eventuali arrivi di treni. La terza l’attraversammo con passo abbastanza velocemente. All’uscita di quest’ultima, la prima cosa che ci apparve fu la “motrice” e dietro , sul lato destro, la mancanza della transenna sul curvone del ponte.

Il nostro sguardo si spostò velocemente sul fondo. Il vagone caduto era poggiato su un fianco e sulla destra del fiume. Persone che si davano da fare per soccorrere i feriti. Altre a tirare fuori i cadaveri intrappolati nella littorina. Anche noi volevamo dare una mano. Scendemmo. Un Vigile del Fuoco si arrabbiò tremendamente per la nostra presenza, perché oltre a intralciare i soccorsi, non capiva cosa facessimo in quel luogo. Non ci fece avvicinare. Guardavamo da lontano. I morti erano sistemati al lato del fiume su due file, con i visi coperti da teli. Si sentivano urla e lamenti dei feriti. Passammo in mezzo ai cadaveri. Intervenne di nuovo il vigile del fuoco di prima. Questa volta incazzatissimo. Decidemmo di ritornare  a casa. Un ritorno pieno di paure. Ogni ombra ci sembrava un cadavere. Ad un tratto il nostro passo si trasformò in una corsa. La paura era a mille. Arrivati nei pressi dell’orto di Barberio, percorremmo la salita che portava alle palazzine delle Poste, dove abitavamo. Mio padre, avendo saputo della nostra andata sul luogo del disastro, si arrabbiò tremendamente e mi proibì di uscire, promettendomi una severa punizione.

Per due notti non sono riuscito a dormire. Un pensiero costante sulla tragedia e sulla disperazione dei parenti che avevano perso i loro cari. Bilancio di settantuno morti dei 99 passeggeri che occupavano quel maledetto vagone. Oltre la metà, studenti. Il paese di Decollatura la più colpita con 31 perdite. Seguita da Cicala con 11 morti. Poi perdite a Gimigliano, San Pietro Apostolo, Serrastretta, Panettieri, Carlopoli, Soveria Mannelli. Queste le scuole che frequentavano gli studenti deceduti. 9 Istituto tecnico per Geometri; 8 Istituto Magistrale; 4 Istituto Industriale; 4 Istituto Professionale per il Commercio; 3 Istituto Agrario; 2 Istituto Professionale dell’Industria; 2 Liceo Ginnasio; 1 Istituto Tecnico Femminile.  Il 23 dicembre sarà, per me, un pensiero indelebile  e che non dimenticherò mai.          


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