di EDOARDO CORASANITI
Un altro morto sul lavoro in Calabria, terra in cui ce n'è poco ed è spesso sfruttato, malpagato e non sicuro. Questa mattina Franco Leuzzi ha perso la vita, ha lasciato una famiglia: l'incidente è accaduto a Santa Caterina dello Ionio, in provincia di Catanzaro, mentre scendeva da una scala di un tetto. Lascia una moglie e due figlie. Franco, 53 anni, era un carpentiere. Per lui inutile ogni soccorso. Sul posti i carabinieri, ai quali è demandato il compito di accertare le dinamiche dell'incidente.
Si tratta dell'undicesima vittima sul lavoro in Calabria dall'inizio dell'anno. L'Osservatorio nazionale morti sul lavoro, organismo indipendente che dal 2008 compie un monitoraggio continuo su tutto il territorio italiano, aveva pubblicato i dati del primo quadrimestre del 2022: il primato delle morti bianche nella regione va alle province di Catanzaro e di Cosenza, entrambe con quattro decessi; segue la provincia di Reggio Calabria che ne conta due. Ora la provincia del capoluogo sale a cinque.
La morte di Leuzzi arriva a poche ore dal primo maggio, festa dei lavoratori e giorno di riflessione, ma che però non frena la strage di uomini e donne che, per compiere il proprio dovere, non fanno più ritorno a casa. Un dramma, una piaga sociale insopportabile, un problema su cui la politica deve ancora fare del proprio meglio. Senza contare, inoltre, gli episodi ancora più numerosi di infortunio che tutti i giorni colpiscono la vita di chi lavora. E su cui più che l'azione giudiziaria devono intervenire misure per bloccare prima di tutto, lo sfruttamento e il lavoro in nero.
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