di EDOARDO CORASANITI
Otto anni di reclusione e 40mila euro di multa. Per il pubblico ministero Elio Romano, Luigi Vincenzini (32 anni) e Piero De Sarro (34 anni), sono colpevoli del reato di detenzione e porto illegale di esplosivi. Cinque ordigni trovati nell'automobile su cui viaggiavano nei pressi dello svincolo A3 di Lamezia Terme. E' il 27 settembre 2016 quando i carabinieri della città lametina bloccano la vettura e trovano il materiale esplosivo che spinge gli stessi militare ad arrestare Vincenzini e De Sarro.
Oggi, davanti al Gup Alfredo Ferraro in sede di rito abbreviato, è stato il giorno della richiesta della condanna e delle successive repliche dell'avvocato Antonio Larussa, difensore di Vincenzini (mentre De Sarro è assistito da Giuseppe Di Rienzo). Larussa ha concentrato la propria argomentazione su alcuni aspetti, a partire dall'inutilizzabilità dell’accertamento peritale in base all’articolo 360 del codice di procedure penale.
E ancora: l’esclusione dell'articolo 7 della legge del 1991 (aggravante mafiosa) in linea con una recente sentenza della Corte di Cassazione che richiede una caratterizzazione soggettiva della condotta. I due infatti sono ritenuti vicini alla cosca lametina dei "Cerra-Torcasio-Gualtieri”.
Un’ultima richiesta si gioca sui reati contestati ai due imputati. L’avvocato Larussa, infatti, ha fatto notare al giudice come andrebbe contestato esclusivamente il porto d’armi, in quanto la detenzione andrebbe assorbita proprio nel reato di porto d’armi.
Il giudice si è riservato e la sentenza verrà letta in udienza il prossimo 12 marzo.
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