di STEFANIA PAPALEO
Tre mesi e mezzo di vuoto. Tre mesi e mezzo senza Luigi Lia. La famiglia lo cercava da quella sera del 20 agosto in cui l’uomo, catanzarese di 63 anni, uscito dalla sua abitazione di Volpiano, nel torinese, per una passeggiata, non vi aveva fatto più ritorno. Lo avevano cercato ovunque, familiari e amici. I vigili del fuoco hanno setacciato per giorni e giorni ogni angolo delle campagne circostanti. Ieri sera la tragica scoperta. Il corpo senza vita dell’uomo è stato rinvenuto in un terreno sul quale il proprietario non si recava dallo scorso mese di agosto. Luigi è morto così, suicida.
La notizia ha sconvolto tutti coloro che conoscevano l’uomo, persona mite e perbene sposato con due figli, originario di Sersale. La sorella Angela, che vive a Sellia Marina, non si è data pace finora, rivolgendosi anche alla trasmissione Chi l'ha visto. Decine gli appelli sui social della figlia. Tutto si era rivelato inutile.
Giubbotto blu con interno beige, bermuda azzurri e scarpe blu, con poche decine di euro in tasca e il telefono cellulare l'uomo, quel maledetto 20 agosto, intorno alle 21,45, è uscito da casa per la solita passeggiata in paese, senza portare con sè neanche un documento, tantomeno le pillole che abitualmente prendeva per curare i suoi problemi di cardiopatico. I due figli, Raffaele di 20 anni e Francesca di 19, si trovavano in vacanza in Calabria. Ad aspettarlo invano solo la moglie, Lucia, come lui originaria di Sersale, che, intorno alle 7 della mattina successiva, persa ormai la speranza di vederlo rientrare, aveva deciso di varcare l'uscio della caserma dei carabinieri per denunciarne la scomparsa, per poi lanciare l'allarme ai familiari residenti nel catanzarese.
L'ultima telefonata individuata dai carabinieri era stata quella a un amico d'infanzia che abita a Sersale e, prima ancora, alla sorella Angela, che lo aveva invitato a stare un pò da lei a Sellia Marina. Per il resto, mistero fitto sul pensionato che fino a un anno fa aveva lavorato presso una ditta privata di impianti idraulici, mentre la moglie, cuoca presso una struttura privata che ospita anziani, non aveva saputo fornire alcun motivo plausibile che avesse potuto avallare l'ipotesi dell'allontanamento volontario.
Ieri la chiusura del caso, nel modo più tragico.
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