Truffa delle indennità a Botricello, sindacalisti e segretaria comunale assolti

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Il Comune di Botricello
  16 settembre 2019 20:29

di STEFANIA PAPALEO

Assolti "per non aver commesso il fatto". Sentenza in tasca e via, lontani da quell'aula giudiziaria nella quale, ieri pomeriggio, si è consumato l'ultimo atto di una vecchia storia di presunte indennità da 12 mila euro attribuite "allegramente" nel corso di una trattazione sindacale nel comune di Botricello.

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A far cadere l'accusa di truffa in concorso a carico di Antonio Scumaci, Alfredo Galli e Giuseppe Romeo (rappresentanti sindacali della Rsu del comune di Botricello) e di Giuseppina Ferrucci (segretaria comunale presidente della delegazione trattante e rappresentante della cosa pubblica) è stato il giudice monocratico Fabio Rabbagliati, in accoglimento della tesi difensiva portata avanti dagli avvocati Salvatore Iannone, Luigi Sciumbata e Giuseppe Barbuto. Inutile il tentativo della pubblica accusa di chiedere la condanna a 8 mesi di reclusione.

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Ad avere la meglio sono state le arringhe dei legali, finalizzate a dimostrare la regolarità di quella contrattazione sindacale risalente al 21 settembre del 2012  nel corso della quale, secondo la Procura, sarebbero state commesse diverse irregolarità "consistite  nel concordare fraudolentemente  che ai medesimi rappresentanti sindacali contrattanti spettavano, in qualità di dipendenti del comune di Botricello, le retribuzioni aggiuntive per "compensare l'eventuale esercizio di compiti che comportano specifiche responsabilità da parte del personale delle categorie B e C", previste dal Ccnl comparto regioni ed enti locali, relative agli anni 2006-2010, laddove invece essi erano sprovvisti dei requisiti richiesti dal contratto normativo per accedere alle suddette indennità, rientrando i diversi compiti svolti dagli indagati nel quadriennio di riferimento nel quadro delle mansioni ordinarie delineate, per le rispettive categorie di appartenenza, dalle declaratorie".

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Un presunto patto fraudolento, dunque, che, sempre secondo la Procura, avrebbe indotto  in errore l'Amministrazione comunale di Botricello circa la reale spettanza delle retribuzioni aggiuntive "incriminate", procurandosi così l'ingiusto profitto di complessivi 12 mila euro cadauno così distribuiti: 2000 euro per l'anno 2006 e 2500 euro per gli anni 2007, 2008, 2009 e 2010, corrispondenti al massimo della somma disponibile, ai fini della correspoinsione dell'indennità aggiuntiva per specifiche responsabilità e liquidate con la determina n. 1401 dell'11/10/2012".

Questo, dunque, il capo di imputazione che, nel 2015, aveva portato al rinvio a giudizio di tutti gli imputati che, a distanza di ben sette anni dai fatti contestati, sono riusciti a liberarsi dai guai giudiziari nei quali erano finiti, con una sentenza di piena assoluzione.

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