




















Prodotto dai catanzaresi Stefano Baldrini e Sandro Fabiano, narra la vita e la carriera di Mia Martini dalla prospettiva del suo "Fan numero uno"
15 dicembre 2025 21:41di ANNA TRAPASSO
Non una storia romanzata. Ma la storia vera di Francesco, il "fan numero 1" come ama definirsi, che in retrospettiva rivive un momento dopo l'altro il mito di Mia Martini, la sua e la nostra amata Mimì, voce straordinaria e presenza "salvifica" nella vita di tanti, specie di chi le è stato accanto, nella gioia e nel dolore, nell'ascesa e nel declino.
"Mimì, tutti ne parlano io l'ho conosciuta" è il docufilm che in un'ora e cinque minuti riunisce le testimonianze di amici, colleghi, vicini di casa, che raccontano una Mia Martini per ciascuno diversa ma per tutti unica, straordinaria, incancellabile, ineguagliabile, forte e fragile assieme, in una sola parola, semplicemente: Mimì.
Prodotto dai catanzaresi Stefano Baldrini e Sandro Fabiano (noti per essere i produttori del Bagaglino) attraverso una collaborazione tra I'Associazione La Fenice e la Calabria Film Commission, è stato girato tra Bagnara Calabria e Porto Recanati, i suoi luoghi d'infanzia, con la regia di Gianfrancesco Lazotti.
Non a caso, si è scelto di voler presentare il docufilm in Calabria prima che in tutt'Italia, per rendere omaggio a quella Mimì che con orgoglio affermava in tv "lo non sono nata in Calabria, io sono la Calabria". Ecco allora che la prima presentazione ufficiale alla stampa è avvenuta nei saloni catanzaresi della Camera di Commercio di Catanzaro-Crotone e Vibo e proseguirà a Reggio prima ancora che a Roma all'uscita del film nelle sale cinematografiche con oltre 20 "Eventi speciali" (sono previste Milano, Roma, Ancona, Napoli, Pisa, Catania).
Presenti il regista Lazotti, il produttore Baldrini, l'attrice Vasilica Gavrilas Burlacu, il presidente della CCIAA Pietro Falbo, e ancora il prefetto di Catanzaro, Castrese de Rosa (affacciatosi per un saluto ma rimasto "rapito" dalla proiezione dell'intero docufilm), l'attore catanzarese Rino Rhodio, a cui è affidata una delle testimonianze (la più simpatica, come nel suo spirito, a dirla tutta) raccolte nel docufilm.
La narrazione si presenta come un collage a più voci: ci sono Leopoldo Mastelloni, Enzo Gragnaniello (autore del celebre brano "cu' mme" cantato da Mimì in coppia con Roberto Murolo), Red Canzian, Silvia Mezzanotte.
E ancora Pippo Bruno, amico del cuore, Vincenzo Adriani, fondatore di "Casa Mimì", Laura Storani, compagna di scuola, i fratelli Serena, figli della sua tata. Un lavoro meticoloso, quello di Lazotti, che ha attinto da repertori ufficiali, Teche Rai, archivi televisivi, repertori privati, tiratifuori dai cassetti di famiglia, foto, filmini, abiti, lettere, disegni, finanche appunti e canzoni mai pubblicate. Le musiche originali sono di Davide Matrisciano che ha scritto un libro con lo stesso titolo "Mimì, tutti ne parlano, io l'ho conosciuta", prodotto dalla medesima produzione del docufilm ed Edito da Terre Sommerse, la cui copertina è stata disegnata da Olivia Bertè (presente, insieme all'altra sorella Leda, con un breve ricordo in conclusione del docufilm).
Il narratore (interpretato da Francesco Guzzo Magliocchi, voce Tommaso Lazotti) è il "Fan numero 1", Francesco, "devoto ad una Santa Rita tutta mia, Mia Martini", personaggio reale ricreato in fiction da Lazotti. Il cast artistico è completamente calabrese (dai 5 attori a tutte le comparse) fatto salvo per la partecipazione straordinaria del'attrice Francesca Antonaci (in arte Gegia).
"Ormai quasi calabrese d'adozione - ha detto Lazotti - mi sono chiesto cosa hanno di speciale le donne di Bagnara. E' nel loro carattere, sono un invito a stare. Questo, di Mimì, spiega la sua umanità. Il suo essere salvifica nella vita di tanti".
"Questo è anche un modo inedito per raccontarla e per ricordarla visto che quest'anno ricorrono i 30 anni dalla sua morte - ha aggiunto l'attrice Vasilica Gavrilas Burlacu - Grazie alle sue canzoni io sono riuscita a raccontare la storia di mio padre. Vorrei che ancora oggi, a chi la ascoltasse, scattasse il desiderio di voler rimediare nonostante il tempo che passa o nonostante le scelte che prendiamo" [nel film, Vasilica Gavrilas Burlacu racconta di un padre assente a cui solo in età adulta ha provato a riavvicinarsi traducendo in romeno testi delle canzoni di Mimì e dedicandoglieli, ndr].
"Mia Martini - ha detto Falbo - è a tutti gli effetti patrimonio immateriale della nostra Calabria. E' di tutti. E questo docufilm è speciale poichè ci aiuta a trasmettere un'idea di comunità vincente".
Dal docufilm, emerge, in definitiva, ciò che per sempre la renderà unica nel cuore di chi l'ha amata e la ama: Mimì era "straordinariamente ricca di umanità ed altrettanto straordinariamente senza difese. Era sincera, umile, senza mezzi toni. Sul palco lei incarnava la differenza tra farsi notare ed essere notata, poichè i contorni non facevano per Lei".
E poi, con le sue parole e quel sorriso ingenuo ma sempre melanconico, ciò che probabilmente ce l'ha portata via: "Io non credo sia così complicato costruire un amore, basta eliminare la tangente. Voglio un amore senza pizzo….ma con tanti merletti….o no?"
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