La Corte di Cassazione ha confermato la condanna all’ergastolo nei confronti di Susanna Brescia, di Gioiosa Jonica, nella Locride, accusata di avere assassinato il marito 42enne, Vincenzo Cordì, il 13 novembre del 2019 a San Giovanni di Gerace. L’uomo era stato trovato carbonizzato all’interno della propria autovettura in una zona di campagna del piccolo centro del Reggino.
L’omicidio, secondo le indagini dei carabinieri, era maturato per contrasti tra i coniugi, e con la complicità di Giuseppe Menniti, amante della donna, e di Francesco Sfara, figlio della donna, avuto da una precedente relazione. Vincenzo Cordì, come ricostruirono i Carabinieri, venne tramortito dalla Brescia e poi dato alle fiamme ancora vivo. Susanna Brescia, inoltre, già nel 2016 aveva tentato di assassinare il marito somministrandogli, a sua insaputa, una dose di barbiturici, ma l’uomo riuscì a scampare alla morte grazie al pronto ricovero in ospedale. Per Giuseppe Menniti e Francesco Sfara, condannati in appello, rispettivamente, all’ergastolo e a ventitré anni di reclusione, gli Ermellini hanno disposto l’annullamento con rinvio dinanzi alla Corte d’Appello di Reggio Calabria limitatamente all’aggravante della premeditazione del reato di omicidio.
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