di EDOARDO CORASANITI
La Corte d'Assiste d'Appello di Catanzaro ha ridotto a 16 anni e 8 mesi di reclusione la condanna nei confronti di Davide Sestito, accusato dell'omicidio di suo cognato, Giuseppe Todaro, 35 anni, avvenuto tra il 21 ed 22 dicembre 2009.
Dopo la lunga ed analitica argomentazione dell'avvocato Gregorio Viscomi, i giudici hanno riformato la sentenza in primo grado del Tribunale di Catanzaro, che l'aveva condannato a 20 anni di reclusione.
L’omicidio Todaro si inserisce in un quadro ‘ndranghetistico che, negli anni passati, vede la contrapposizione tra il clan della zona di Soverato, guidato dal gruppo Sia-Tripodi-Procopio, e quello operativo nel territorio di Guardavalle ma con influenza anche sul gruppo soveratese diretto da Vincenzo Gallace. Ed era a questo che la vittima dell'omicidio faceva riferimento.
Le dinamiche criminali della zona corrispondente alla fascia ionica della provincia di Catanzaro e al suo entroterra negli anni compresi tra il 2002 e il 2012 sono state influenzate dallo sviluppo turistico e commerciale nonché da opere pubbliche che hanno contribuito a scatenare il desiderio di dominio e profitto della malavita organizzata locale, caratterizzata, da connotazioni proprie della ‘ndrangheta. E’ in tale contesto che si scatenava una vera e propria guerra tra opposte consorterie di ‘ndrangheta.
La dinamica dell'omicidio: Sestito avrebbe attirato il cognato in una trappola, facendolo salire a bordo di un furgone. Dopo lo avrebbe portato direttamente nelle mani della cosca avversaria che lo attendeva per ucciderlo e farlo sparire.
Sestito è accusato dell'omicidio di Todaro insieme a Maurizio Tripodi, 57 anni, Michele Lentini, 45 anni, e con i defunti Vittorio Sia e Agostino Procopio, uccisi in due diversi agguati.
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