di GIORGIA RIZZO
Durante la pausa qualcuno fa merenda e ripete la lezione seduto sulle scale, altri fanno la fila davanti i distributori, altri ancora scambiano due chiacchiere in cortile, almeno finché il tempo lo permette, e c'è chi si sposterà verso il parcheggio per un break in macchina.
C'è malumore diffuso fra gli studenti del Dipartimento di Giurisprudenza ed Economia dell'Università Magna Graecia, che di ritorno dalle vacanze per l'inizio delle lezioni si sono ritrovati a non poter accedere, come di consueto, al bar del dipartimento (LEGGI QUI).
Si cerca di sopperire come si può alla mancanza del servizio di caffetteria e ristorazione, anche portando qualcosa di pronto da casa, da consumare fra una lezione e l'altra, fermandosi dove capita. Ma si sente la mancanza di qualcosa. Di un punto di riferimento per la comunità studentesca. Con la chiusura del bar, infatti, a venire meno non è solo un servizio ma un vero e proprio spazio di aggregazione. L'unico presente fino allo scorso anno, dal momento che persino le aule sono accessibili solo durante le lezioni.
Lo sconforto è generale e comune, ma la quotidianità procede come sempre, mentre nessuno vuole farsi intervistare. Tutto sommato ci si adatta. Eppure il disservizio esiste, anche se non sembrano venire individuate delle soluzioni. Qualcuno azzarda, chiacchierando, delle proposte, come quella di aprire alcune aule vuote agli studenti, e altri ricordano che una volta la sala che ospitava il bar era stata adibita spontaneamente a spazio di studio e socialità aperto. Ma sembrerebbe solo un ricordo lontano che emerge dai racconti di qualche dottorando.
Forse si dovrà aspettare la pioggia autunnale, che farà rinchiudere tutti gli studenti all'interno dell'ateneo, perché alcuni problemi diventino maggiormente evidenti, costringendo la comunità studentesca a dare una risposta più forte.
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