Un giovane somalo riconosce il suo torturatore libico nel campo di accoglienza di Sant'Anna e lo fa arrestare (VIDEO)

Share on Facebook
Share on Twitter
Share on whatsapp
images Un giovane somalo riconosce il suo torturatore libico nel campo di accoglienza di Sant'Anna e lo fa arrestare (VIDEO)
ALHASAERI Wael Ghali Masoud arrestato cl 82
  11 febbraio 2020 12:45

E' ritenuto uno dei torturatori di migranti in una Safe House libica.

Un uomo di nazionalità libica è stato fermato, su disposizione della Dda di Catanzaro, dalla Squadra Mobile di Crotone per associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e concorso in tortura con altre persone in via di identificazione.

Banner

Alhasaeri Wael Ghali Maosud, di 37 anni, si trovava dallo scorso mese di novembre nel centro di accoglienza di Isola Capo Rizzuto dove aveva chiesto il riconoscimento della protezione internazionale. A riconoscerlo è stato un giovane somalo che era tra i migranti soccorsi a fine gennaio dalla Ocean Viking e poi sbarcati a Taranto. Il ragazzo ha segnalato la presenza dell'uomo detto "Peter il boss" alle forze di polizia e ha raccontato di avere subito bastonate, sevizie, minacce di usare l'elettricità per ottenere soldi o per mantenere l'ordine in quella sorta di carcere dove venivano tenuti i migranti prima di farli imbarcare per l'Italia.

Banner

Banner

 Nello specifico, il 9 febbraio , il cittadino somalo si presentava al corpo di guardia del C.A.R.A. di Isola di Capo Rizzuto (KR), in compagnia di un suo connazionale, dichiarando di aver riconosciuto all’interno del campo uno dei suoi torturatori identificandolo nel cittadino libico ALHASAERI Wael Ghali Masoud. A questo punto personale della Squadra Mobile, dopo alcuni preliminari accertamenti finalizzati a verificare la fondatezza di quanto dichiarato dalla vittima, provvedeva alla sua formale escussione nel corso della quale emergeva, in maniera dettagliata, come ALHASAERI Wael Ghali Masoud, durante il periodo di permanenza presso una safe house in Libia della vittima, lo avesse ripetutamente, in qualità di capo carceriere, torturato insieme ad altri suoi connazionali sottoponendolo a molteplici sevizie e maltrattamenti che gli avevano provocato “sofferenze acute fìsiche tali da determinare un trauma psichico”.

In particolare, il ragazzo riferiva di essere stato percosso più volte con dei bastoni, nonché di aver subito la minaccia di utilizzo di elettrodi per procurargli scariche elettriche. In particolare, in una circostanza il somalo dichiarava di aver assistito anche a un omicidio commesso dal libico a titolo di esempio per gli altri.

Inoltre, emergeva come l’indagato facesse parte di una più ampia organizzazione dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Nel frattempo si aveva notizia del fatto che il libico, appresa probabilmente la notizia della possibile denuncia a suo carico, stava cercando di lasciare il centro di Accoglienza dandosi alla fuga. 

Pertanto, a fronte della concreta possibilità si perdere le sue tracce si decideva, di concerto con la Procura Distrettuale Antimafia di Catanzaro, di procedere al suo fermo e di arrestarlo. L’indagato si trova al momento presso il carcere di Crotone a disposizione della Autorità Giudiziaria.

 

 

Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner