Un prodotto gli rovina la pelle mentre è al lavoro: la Procura archivia, ma il dipendente chiede giustizia

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images Un prodotto gli rovina la pelle mentre è al lavoro: la Procura archivia, ma il dipendente chiede giustizia
La Corte d' Appello di Catanzaro
  19 agosto 2019 11:54

Di EDOARDO CORASANITI

Quindici giugno 2017: è al lavoro, come ogni mattina, ma qualcosa non funziona: quel prodotto di uso domestico, utilizzato tutti i giorni per sturare i lavandini, va a finire sul corpo ed il danno è irreparabile.
Ne derivano ustioni di primo, secondo e terzo grado al volto, alla spalla/avambraccio ed alla gamba sinistra, come riportate prima all'Ospedale di Soverato e poi di Catania, con una prognosi iniziale di 40 giorni.
Subito la volontà è di capirne le ragioni, i motivi per i quali il prodotto ha determinato conseguenze così gravi.
Formalizzata la denuncia, iniziano le indagini della Procura della Repubblica di Catanzaro. Che recentemente si concludono con un nulla di fatto: il procedimento è da archiviare, scrive il pubblico ministero che si è occupato della vicenda. Non ci sono elementi di colpevolezza riferibili al produttore o al distributore.
Ma il danno resta, le ustioni segnano ancora il corpo del lavoratore di Soverato.
La partita però non è terminata, almeno a sentire l’avvocato Francesco Carello, difensore del dipendente che procede opponendosi all’archiviazione.  
Una su tutte è l’argomentazione fatta rilevare al giudice delle indagini preliminari che dovrà decidere su quanto richiesto dalla Procura: “Il prodotto non riporta, in maniera dovuta, le avvertenze di pericolo”.
E’ altamente chimico, trattandosi di acido solforico al 98%, e quindi le informazioni sulla pericolosità andrebbero segnalate adeguatamente come vogliono i regolamenti europei.
“Andrebbe valutata, con apposita consulenza tecnica, se è vero che le istruzioni sulla confezione (le modalità di utilizzo e le precauzioni da adottare nell'uso del prodotto), sono assolutamente illeggibili, se non con l'ausilio di una lente di ingrandimento”.
Le dimensioni del carattere, la spaziatura tra lettere e righe, lo spessore, il tipo di colore, la proporzione tra larghezza e altezza delle lettere: sono questi gli elementi che devono essere presenti, ma che invece sembrerebbero mancare nel prodotto domestico.
Così la richiesta dell’avvocato Carello: “Si insiste nello svolgimento di nuove investigazioni e nell’istanza di punizione dell’eventuale oggetto responsabile per aver immesso in circolazione un prodotto pericoloso per la salute senza le dovute avvertenze in etichetta in violazione della normativa vigente europea”.

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