di PIERLUIGI ROTUNDO
In una fase storica in cui lo spopolamento di aree urbane e suburbane registra picchi in costante crescita, è inevitabile non costatare come, tale fenomeno migratorio verso realtà socio-economiche più centrali e propositive, mini sempre più la storia dei piccoli centri. A deperire è il tessuto sociale delle comunità che, nel processo conico di mortificazione identitaria, inghiotte testimonianze materico-strutturali di topoi destinati alla sola memorazione storiografica.
A tale epocale débâcle si oppone da anni l'Associazione Dimore Storiche Italiane (A.D.S.I.) che, focalizzando la propria attenzione sui temi di tutela del patrimonio storico - artistico - architettonico ed ambientale privato, ne propone la conoscenza, attraverso visite guidate ed iniziative volte alla valorizzazione. In quest'ottica si innerva l'attività della sezione calabrese, da anni eccellentemente presieduta da Gian Ludovico de Martino di Montegiordano col sostegno di qualificati direttivi pro tempore.
<<Si punta - per dirla col Presidente - alla tutela del patrimonio culturale e del paesaggio nel suo insieme, in una visione olistica necessaria a non comprometterne le caratteristiche peculiari dei siti>>.
E proprio in linea con tale orientamento, che dispiega anche il legame tra le dimore storiche ed il territorio che le circonda, che oggi, alla presenza del Sindaco di Cropani, Raffaele Mercurio, e della comunità locale, si aprono le porte di un'antica dimora di campagna, confluita recentemente nel circuito dell'A.D.S.I.
Parliamo di "Villa Albani - Zinzi", una residenza del tardo-settecento nel cuore di “San Fili”, una vasta tenuta agricola tra le colline di Cropani. Siamo a 340 metri sul livello del mare, in un sito che raggiungiamo dalla statale 106 su un nastro viario lambito da radure ed altipiani, olivi e grano, in una ricca temperie cromatica pervasa dall'azzurro dei cieli che estenua all'orizzonte verso il mare. Raggiungiamo il cancello d'ingresso della tenuta e qui, sugli antichi pilastri in pietra, la targa dell'A.D.S.I..
Ad accoglierci è l'avvocato Fabrizia Castagna, discendente di casa Bisogni, che con garbo e fare signorile racconta della dimora lampeggiandone in breve la storia. E' un'antica residenza di campagna, un tempo appartenuta al Barone Domenico Zinzi (coniugato con Giovanna Gaetani dell'Aquila d'Aragona dei Principi di Laurenzana) e rilevata dai suoi maggiori dalla “Cassa sacra” tra la fine del XVIII secolo e gli inizi del XIX. Nel Novecento il passaggio dalla figlia Laura, marchesa Albani di Crotone, a Giovanna maritata con Renato Bisogni di Briatico ed oggi ad Antonella, Simonetta e Donatella Bisogni che ne custodiscono amorevolmente gli spazi e la memoria delle tradizioni e dei loro cari.
Valicato il portone d'ingresso e la corte in acciottolato, un accogliente disimpegno antecede i salotti, tra le linee Liberty di una bastoniera ciliegio e l'abitacolo della portantina decorata con stemma.
Da qui la sequenza di spazi, con affacci su terrazzi e distese, in cui, l'incrocio degli antichi casati va dalla radica intarsiata dei salotti Albani ai divani lumeggiati di casa Bisogni; tra austeri ritratti di dame e cavalieri di famiglia e la luce morbida di lumi in opaline e smalto.
Quindi l'ampia sala da pranzo, col pregio ligneo dai motivi floro-vegetali, i cristalli e le porcellane cifrate, che seguitano a coagulare affetti di famiglia ed amici, come le immagini di vita recente e passata raccontano dai portaritratti a vista su tavolini e consolle.
Al piano superiore lo studio del Marchese Renato Bisogni, con la ricca raccolta di carteggi, onorificenze, volumi, topografie ed i ricordi più cari dei lari di famiglia amati, e qui la conclusione di un incontro che rievoca il rapporto con la comunità con cui ci si raccoglieva in preghiera nell'Oratorio gentilizio prospiciente la casa. E sull'onda di queste suggestioni, desuete ancorché affascinanti, si formulano plausi convinti a chi fa promozione culturale salvaguardando, valorizzando e condividendo tracce della storia!
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