Unical, a trent'anni della caduta del muro di Berlino: il dibattito sulle conseguenze e le sfide dell'attualità

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Il tavolo dell'iniziativa "1989/2019 A trent’anni dalla caduta del muro" al centro editoriale e librario dell'Unical
  09 ottobre 2019 00:58

di GIORGIA RIZZO

Simbolo materiale dell'opposizione fra i due blocchi nel periodo della guerra fredda, il suo crollo rappresentò uno degli eventi cruciali della storia mondiale contemporanea, con effetti che determinarono irreversibilmente la nostra attualità.

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Proprio sulle conseguenze della caduta del muro di Berlino, da uno sguardo che parte dal presente per analizzare il passato, si è concentrato il dibattito dal titolo "1989/2019 A trent’anni dalla caduta del muro - Focus sull’evento che ha cambiato la storia del mondo", avvenuto ieri pomeriggio presso il centro editoriale e librario dell'Università della Calabria. Una tavola rotonda a più voci che ha voluto abbracciare il fenomeno in tutte le sue implicazioni sociali, economiche, giuridiche, grazie agli interventi degli studiosi dell'Unical Antonella Salomoni docente di Storia contemporanea dipartimento di Scienze politiche e sociali, Katia Massara docente di Storia contemporanea del dipartimento di Studi umanistici, Vincenzo Antonino Bova docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi, dipartimento di Scienze politiche e sociali, Guerino D’Ignazio docente di Diritto pubblico comparato dipartimento di Scienze politiche e sociali, Francesco Raniolo docente di Scienza politica direttore dipartimento di Scienze politiche e sociali. 

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Un lavoro corale che anticipa il prossimo speciale sul tema che verrà pubblicato sulla rivista di divulgazione  scientifica dell'Unical "Stringhe", come ha dichiarato in apertura Francesco Kostner, responsabile del centro editoriale e librario, nel ruolo di mediatore del seminario. 

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Gli interventi di Salomoni e Bova si sono soffermati sull'esperienza polacca, in particolare sul movimento di ispirazione cattolica Solidarnosc, nato negli anni '80, di natura operaista e popolare con 10 milioni di iscritti, che fu determinante per l'opposizione al governo comunista in Polonia e la transizione ad un sistema liberale. Massara si è invece soffermata sulle conseguenze nel panorama politico e sociale italiano del crollo dell'Unione Sovietica. In particolare sulla crisi del Partito Comunista Italiano di Enrico Berlinguer, iniziata già a partire dagli anni '80  e conclusasi con lo scioglimento del partito sotto la segreteria Occhetto, l'affermazione da una nuova stagione politica in Italia, sotto il governo del Partito Socialista di Bettino Craxi, caratterizzata da corruzione, individualismo, culminata poi con Mani Pulite. 

Sul sogno di allora di costruire un mondo senza muri si è invece soffermato D'Ignazio, che ha ricordato le sfide delle democrazie liberali e ha posto degli interrogativi sul raggiungimento di questo orizzonte, in riferimento a esperienze di confini e barriere ancora attuali. Sulla stessa linea Raniolo ha ripreso il paradosso delle conseguenze di Weber, ovvero la discrepanza fra volontà nobili e effetti funesti inaspettati, sottolineando le contraddizioni dell'Unione Europea negli ultimi anni, con riferimento all'austerity imposta alla Grecia e ai processi di "de-democratizzazione" avvenuti in alcuni paesi europei, di cui la crisi economica è una causa. 

Uno sguardo a posteriori, dunque, che vuole guardare al passato soprattutto per analizzare e comprendere l'attualità, ponendosi le sfide per il futuro. 

Il riferimento concreto è l'Unione Europea, "laboratorio di democrazia", che deve fare i conti con sfide, fallimenti, contraddizioni, e riuscire a guardare con onestà intellettuale al passato novecentesco. 

 

 

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