di TERESA ALOI
E' di Cardinale, piccolo centro nel Soveratese, uno dei giovanissimi coinvolto, insieme ad altri 25 coetanei, negli accertamenti della procura dei minori e della procura distrettuale di Firenze su una chat whatsapp attraverso la quale sarebbero stati diffusi filmati di carattere pedopornografico e frasi inneggianti a Hitler, a Mussolini e all'Isis, oltre che contro gli ebrei e i migranti.
Le perquisizioni, scattate ieri mattina all’alba, hanno interessato dunque, anche la casa di un giovanissimo di Cardinale "finito" nella chat battezzata “The Shoah Party”, al quale i carabinieri di Siena, coadiuvati dai colleghi della Stazione di Cardinale, hanno sequestrato il cellulare.
Una chat dove i giovani si scambiavano video a luci rosse, inneggiavano a Hitler, Mussolini, all’Isis e postavano frasi al veleno contro migranti ed ebrei. Detenzione e divulgazione di materiale pedopornografico, istigazione all’apologia di reato avente per scopo l’incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, i reati contestati a vario titolo.
Una chat dell’orrore, dove pare ci fossero anche 4 ragazzi, poco più che bambini, tutti di età inferiore ai 14 anni e, per questo ritenuti dalla legge non imputabili. Basterebbe quel video in cui un adulto abusa di una neonata di nemmeno un anno, per comprendere la gravità. E forse neppure loro, i protagonisti poco più che bambini, si accorgevano dove stessero andando. In un altro video c’è una bambina dall’apparente età di 11 anni mentre fa sesso con due ragazzini, forse di poco più grandi di lei. Le inquadrature si soffermano sul viso della bimba che ride, come stesse partecipando a un gioco, senza rendersi conto di quello che sta accadendo.
E poi i commenti. E gli insulti. C’è anche la foto di una ragazzina nuda, e si invita a fare sesso con minorenni e a consumare droga. E quella di alcuni bambini africani che si dissetano con l’acqua di una pozzanghera. Si celebra il nazismo e il fascismo, auspicando il ritorno di quei regimi che il solo pensiero mette i brividi. Frame dell’attentato alle Torri gemelle, del settembre 2011, il fotomontaggio di un Cristo messo in croce su una svastica. Non c’è nemmeno pietà per la malattia. Non mancano i filmati che riprendono sevizie su animali, galline e cani. E c’è chi invita a ripetere "l’esperimento".
Immagini e video che si diffondono a una velocità impressionante nel web. A scoprire quell’orrore la mamma di un ragazzino che scorrendo le foto sul cellulare del figlio si imbatte in quelle brutture. Non ci pensa più di tanto a rivolgersi alla dirigente scolastica e poi ai carabinieri.
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