di STEFANIA PAPALEO
Sindrome balcanica Cancro Uranio impoverito: la conferma su nuovi dati di ricerca onco-tossicologici arrivano dall'oncologo catanzarese Pasquale Montilla. I suoi ultimi studi, infatti, hanno permesso di rilevare con certezza la presenza, nel liquido seminale, di agenti chimici tossici di produzione militare da esposizione professionale, nei militari italiani veterani in missione ex Bosnia-Erzegovina. Del resto, il progetto ONA, coordinato proprio dal dr. Pasquale Montilla e voluto dal presidente nazionale Ona, avvocato Ezio Bonanni, si ispira per l’annoso problema della sindrome dei Balcani ai principi della onco-tossicologia moderna, approfondendo come da statuto i fenomeni di impatto da parte delle diversa specie di contaminanti, individuati con un approccio integrato definito Biology System Contamined e al contributo dei lavori scientifici sulla cancerogenesi ambientale.
Dottore Montilla, ci parli meglio degli studi portati avanti per giungere a questa importante conclusione scientifica.
"Su militari italiani impiegati nelle missioni di peace-Keeping, soprattutto nei territori balcanici, affetti da patologia neoplastica testicolare, abbiamo effettuato ulteriori analisi mirate tossicologiche e i risultati ci hanno permesso di riscontrare la presenza elevata di concentrazioni di metalli tossici cancerogeni nel liquido seminale dei soggetti esaminati, confermando come l'esposizione e l'accumulo di agenti chimici di produzione militare e cancerogeni inducono il rischio diretto ed esclusivo per lo sviluppo di neoplasie testicolari da esposizione professionale militare. Le malattie riscontrate risultano indotte pertanto non a sviluppo casuale, ma acquisite in soggetti esposti a impatto ossidativo acuto e cronico da esposizione da agenti tossici professionali riconosciuti come tossici, cancerogeni e per intermedio insulto con definito futuro ulteriore probabile incidente genetico immuno-degenerativo amplificato".
Si può parlare, quindi, di acclarato nesso di casualità?
"Certo, è possibile continuare ad affermare che sussiste nesso di casualità tra le malattie contratte e l'esposizione ai metalli pesanti presenti nei luoghi ove i militari hanno svolto mansioni prevalentemente di pattugliamento e bonifica. La ricerca su biomarcatori tossici effettuato su matrice liquido seminale in militari affetti da patologia tumorale testicolare è risultato al test drammaticamente positivo, confermando che la qualità dei metalli pesanti in transizione costante chimica e molecolare presenti nell'organismo dei militari missionari in quantità tali da superare fino a 100 volte i limiti massimi dell'intervallo tossico tollerabile dalla specie umana. Le matrici biologiche esaminate hanno mostrato un iperaccumulo di metalli pesanti che, per qualità, sono identici a quelli rinvenuti nei campioni di suolo e falde acquifere dalle indagini condotte dagli esperti dell'UNEP".
Si sarebbe potuto prevenire tale rischio?
"Direi proprio di sì. Possibili misure di prevenzione avrebbero ridotto il rischio di esposizione da agenti chimici tossici da esposizione militare, abbattendo i fattori di rischio oncologici".
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