Us Catanzaro 1929, porte chiuse e tanto lavoro per chiudere una crisi di gioco e di risultati

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Allenamento sul campo del PoliGiovino
  30 ottobre 2019 20:52

di ANTONIO ARGENTIERI PIUMA

Tutti in silenzio dopo la burrasca di domenica scorsa e un inizio settimana altrettanto tormentato. Le urla, i fischi, le critiche e le repliche, hanno lasciato lentamente il posto al lavoro a alla riflessione. I ragazzi di Grassadonia dopo l’allenamento di eri a porte aperte da oggi lavorano a porte chiuse fino al match di sabato per trovare la concentrazione e la rabbia giusta per affrontare una compagine spigolosa come l’Avellino, allenata dall’istrionico Eziolino Capuano.

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I tifosi si augurano che la prossima partita sia quella giusta per cambiare pagina ed uscire da una crisi di gioco e di risultati che ha sconvolto i piani del Catanzaro e della società guidata da Floriano Noto. Il quale, proprio ieri, dopo la lettera aperta alla città, che non ha trovato grandi consensi tra i tifosi, si è recato al PoliGiovino per seguire di persona il lavoro della squadra. Accanto a lui, proprio il direttore sportivo, Pasquale Lo Giudice, tanto bistrattato e criticato in quest’ultimo periodo, ma ritenuto pedina fondamentale nello staff del presidente, e l’imprenditore Pino Mirante.

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Occhi puntati sui calciatori e sul lavoro del giovane tecnico, molto apprezzato proprio dal Ds, immerso da dieci giorni in questa nuova avventura difficile e piena di insidie, iniziata non proprio col piede giusto. In due partite il tecnico salernitano ha raccolto solo un punto casalingo contro il Rende, ultimo della classe, che, grazie al pareggio d’oro del Ceravolo, ha ceduto il fanalino di coda alla Sicula Leonzio, con 6 punti.

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La partita precedente, al “San Nicola”, Maita e compagni avevano ceduto l’intera posta in palio al forte Bari di Vivarini (chiamato al posto di Cornacchini) che si è imposto facilmente per 2-0 di fronte a circa 6mila spettatori, di cui circa duecento sostenitori ospiti molto attivi sugli spalti.

Ma fino ad ora, l’ex stopper di Cagliari, Cosenza, Salernitana, è più che giustificato. L’atmosfera che ha caratterizzato il suo arrivo è stata a dir poco pesante e la squadra ha accusato il colpo non solo del cambio allenatore, ma soprattutto delle vivaci contestazioni che ne sono scaturite dopo l’esonero di Gaetano Auteri. Una decisione, quella di fare a meno del quotato mister siciliano, che ha cambiato l’umore della piazza, ritenuta dai più quanto meno prematura, ma che il presidente, nella sua lettera di ieri, ha ancora una volta giustificato definendola dettata da ragioni di natura extracalcistica.

Insomma, dopo un inizio di campionato che sembrava aver dato al Catanzaro di Auteri una quadratura da grande squadra esperta, ci si ritrova dopo dodici giornate di fronte ad una squadra irriconoscibile che non sa più vincere e fare gioco. Quello stesso gioco interpretato da gran parte dei protagonisti della passata stagione che fecero divertire e sognare il popolo giallorosso, ma che ora sembrano aver smarrito grinta, sicurezza e motivazioni.

E una tifoseria quasi incredula dopo l’addio di Mr Auteri, che rappresentava un punto fermo nel progetto Noto verso la B. Ma che ormai ha perso il suo principale condottiero. Tutto sommato il tecnico di Florida, malgrado il suo carattere e le sue scelte tecniche non sempre accolte bene da stampa e spogliatoio, era riuscito a mantenere la squadra nella parte alta della classifica, grazie ad un gioco sempre molto offensivo e autoritario. Che ora invece sembra aver perso quella brillantezza che rendeva il Catanzaro tra le squadre favorite.

Il suo addio, sempre più chiacchierato, ha messo in luce i limiti di una squadra che, grazie alle sue capacità, riusciva ad esprimere forse di più di quello che in effetti sta dimostrando di valere. Il campo, la mano del nuovo tecnico e le prossime partite dovranno dimostrare il contrario.

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